Roberta Flack, buona la prima

La ristampa di First Take di Roberta Flack è l'occasione per riscoprire una cantante formidabile

Roberta Flack First Take
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jazz

Per il mese di marzo 2021, il giornale della musica aderisce – insieme a decine di riviste, portali web e radio in Europa – all’iniziativa #womentothefore dello Europe Jazz Network, a favore della progressiva parità di genere nelle musiche creative.

L’album d’esordio di Roberta Flack, First Take, uscito originariamente nel 1969, è stato ristampato con l’aggiunta di tre canzoni pubblicate su 7” e di un secondo disco con la versione dal vivo di “All the Way” e dodici brani provenienti da due session del 1968 e mai pubblicati prima. Sono passati più di cinquant’anni ma la musica che esce dai solchi mantiene intatte la forza e la poesia originarie.

roberta flack first take

Nel 1971 Clint Eastwood esordisce nella regia cinematografica con Play Misty for Me: nella colonna sonora è presente la canzone “The first Time ever I Saw your Face”, scritta nel 1957 da Ewan MacColl per la sua futura moglie Peggy Seeger e re-interpretata, in una versione più lenta e sensuale, da Roberta Flack nel suo album d’esordio.

«”Vorrei usare la sua canzone in questo film su un disc jockey, con un sacco di musica dentro. Vorrei usarla nell’unica parte del film in cui c’è amore assoluto”», aveva spiegato Eastwood a Flack. «Gli risposi che per me andava bene e poi parlammo di soldi [Eastwood pagò $2000 per utilizzare la canzone]. Lui disse: “A posto così?” e io: “Voglio inciderla nuovamente, è troppo lenta”. Lui disse: “No, non lo è.”» ha raccontato la cantante.

Pubblicata nel 1972 come singolo, accorciata di un minuto rispetto alla versione presente sull’album, la canzone ha un successo incredibile, occupando per sei settimane la prima posizione sia nella Billboard Hot 100 sia nelle classifiche easy listening e vincendo il Grammy per il Record of the Year l’anno successivo, quattro anni dopo la prima pubblicazione.

Pianista e cantante difficilmente classificabile, Roberta Flack, originaria del North Carolina, vanta un curriculum fatto di formazione classica alla Howard University di Washington DC, lezioni private di pianoforte per sbarcare il lunario e serate come resident artist al celebre locale Mr. Henry’s, dove nel 1968 Les McCann, una stella del movimento soul-jazz, assiste a uno dei suoi spettacoli e registra lo standard “All the Way” – il brano che ha il compito di aprire il secondo disco -, organizzando poi un’audizione con Joel Dorn, un brillante produttore all’Atlantic Records.

«Ciò che sentii mi toccò a un livello che da quella volta non ho mai più raggiunto…Quando il mio tempo sulla terra finirà, vorrò riportare la voce di Roberta a casa in modo che gli angeli la possano sentire» – Les McCann

Inciso in sole 10 ore, First Take vede la partecipazione di musicisti straordinari, tra i quali Bucky Pizzarelli alla chitarra, Ron Carter al basso e Ray Lucas alla batteria, ed è composto da otto composizioni, a due delle quali – “Tryin’ Times” e “Our Ages or Our Hearts” – ha partecipato Donny Hathaway, all’epoca ancora sconosciuto, con cui Flack stabilirà un sodalizio non solo artistico durato fino alla prematura morte di Hathaway avvenuta il 13 gennaio 1979.

C’è spazio per “Compared to What”, scritta da Gene McDaniels, una canzone politica che anticipa di un anno “What’s Going On” di Marvin Gaye e di due “There’s a Riot Goin’ On” di Sly and the Family Stone, una versione di “Hey, That’s no Way to Say Goodbye” di Leonard Cohen e la toccante “Ballad of the Sad Young Men” scritta da Fran Landesman, un po’ nello stile di Nina Simone – a ben pensarci le due artiste hanno avuto una formazione simile, però Roberta Flack ha accettato il suo ruolo nella musica popolare senza nutrire il risentimento per non essere stata accettata come pianista classica, che ha accompagnato Nina Simone per tutta la sua carriera artistica.

Il gospel tradizionale “I Told Jesus” è trasportato lontano dalla chiesa dal suo andamento controllato e rilassato, primo esempio del fatto che la potenza della Flack risiede soprattutto nel suo equilibrio.

Quando Roberta Flack incide il suo album d’esordio ha già trentadue anni e ha alle spalle anni di esibizioni dal vivo che le hanno permesso di affinare le sue capacità, permettendole di mettere in mostra fin da subito quell’eleganza e quell’attenzione per i particolari che l’accompagneranno per il resto della carriera.

Il secondo disco ci riporta al periodo delle esibizioni al Mr. Henry’s, quando Roberta Flack lavora sodo per farsi un nome. Come già detto, sono dodici canzoni incise nel corso di due session tenutesi nel novembre del 1968 e prodotte da Joel Dorn, tra cui “Groove Me”, scritta da Flack e mai resa pubblica. Si svaria tra i generi, passando dalla canzone tradizionale (“Frankie and Johnny”) al blues (“Noboby Knows you when You’re Out and Down”), dal folk (“The Song Is Love”) al pop (“To Sir with Love”), dal R’n’B (“Ain’t no Mountain high enough”, brano portato al successo da Marvin Gaye e Tammi Terrell) al jazz (“Afro Blue”).

«Non ho cercato di essere una cantante soul o jazz o blues, non mi piacciono le categorie. La mia musica è l’espressione di cosa sento e credo in un preciso momento» – Roberta Flack

First Take non ha perso un solo grammo della sua freschezza, della sua maturità e del suo professionismo; col passare degli anni la Flack ha abbandonato il jazz e il blues degli inizi per avvicinarsi a un soul più commerciale: questa ristampa deluxe per Atlantic, purtroppo disponibile solamente in tremila copie, ci restituisce il suo momento forse più commovente e ispirato.

«Nessun artista soul ha mai registrato un disco come questo, rendendo First Take uno dei debutti soul più affascinanti del periodo» – John Bush, AllMusic

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