Maurizio Martinotti, una bella avventura folk

È morto a 68 anni Maurizio Martinotti, animatore del folk revival in Piemonte: lo ricordiamo con una piccola antologia in 10 brani

Maurizio Martinotti
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Il ronzio dolcissimo e al contempo imperioso della sua ghironda, che maneggiava da oltre mezzo secolo, è adesso a far compagnia al vento che, quando gli gira, spazza via le nuvole, e lascia apparire anche nel suo Piemonte spicchi sorridenti di sole. Che serve tanto alle viti e alle nocciole. E a noi.

Se tendete l'orecchio, a quel vento, ci sentirete anche un’eco di organetto e una voce burbera e piena, come un buon bicchiere di barbera dal fondo inequivocabile, il sapere della sincerità. Se n’è andato dal suo Piemonte l'ultimo giorno dell'anno Maurizio Martinotti, a sessantotto anni. Il 31, giusto per far precise le cose, come erano precise e appassionate le cose che scriveva e le melodie su cui sapeva mettere le mani, lucidandole con la sapienza acquisita in tanti decenni di “folk revival”.

Una bella avventura, ma oltre al dato estetico c’è quello storico, perché senza Martinotti e la sua capacità di mettere assieme musicisti e ricercatori di valore una parte rilevante della riscoperta delle note di tradizione orale del Nord Italia confluite in una sorta di avvincente “nuovo canone” discografico e concertistico non sarebbe esistita. E non sarebbero esistite neppure le avventure successive a quelle, già assai palpitanti, della gloriosa Ciapa Rusa, nata nel ’77, quelle di Folkermesse, il festival per eccellenza del folk in Piemonte, la EYFO, European Youth Folk Orchestra.

A siglare il tutto, il volo radente di Tendachënt, quattro dischi dalla creatività scintillante, di cui è bello ricordare gli ultimi due, per motivi diversi: il primo, La valle dei Saraceni, in cui entrava anche una scheggia ruvida e vitale di Sud campano con gli apporti di Enzo Avitabile e dei Bottari di Portico, il secondo, Arneis, per la potenza scarna e diretta del titolo: arnesi, arnesi per la musica.

Quelli che Martinotti s’è portato altrove per continuare il concerto perché diceva lui “la sonata è lunga”.

Abbiamo raccolto 10 brani per ricordare Maurizio Martinotti con la sua musica, come in una piccola antologia.

La Ciapa Rusa, "Re Gilardin", Ten da chent l`archet che la sunada l`è longa (1981)

 

La Ciapa Rusa, "Donna Lombarda", Stranot d`amur (1984)

 

La Ciapa Rusa, "Faruaji", Faruaji (1987)

 

La Ciapa Rusa, "La casa di Vronovsky", "Tasso Barbasso", "Centi", Aji e Safràn (1994)

 

Tendachënt, "Galantone", Ori pari (2000)

 

Tendachënt, "Medley: Amore a quindici anni - "La fietta", Al lung de la riviera (2002)

 

Tendachënt, "I Falciatori", Arnèis (2009)

 

Tendachënt, "Tassobarbasso/Centi", live a Torino (2011)

 

Tendachënt, "Ungino", live a Torino (2011)

 

Tendachënt, "Cansun di servitur", "Gutturnio", "Retanavota", live a Torino (2011)

 

European Youth Folk Orchestra

 

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