I 10 migliori dischi del 2023 di Stefano Nardelli

Il meglio dei dischi di classica del 2023 secondo il giornale della musica

migliori dischi classica 2023
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Nessuno li compra più, si dice, ma l'industria del disco intanto continua a sfornare titoli, e molti anche interessanti. Se il supporto fisico è destinato a scomparire in favore di piattaforme e streaming, qualcosa che vale la pena conservare nella propria discoteca o videoteca ancora si trova: approfittiamone!

Ecco i 10 incontri più interessanti del 2023 fatti da un ascoltatore curioso, passeggiando attraverso qualche secolo di musiche.

Leggi tutte le classifiche del 2023

1. Dmitri Šostakovič, Sinfonie n. 8-9-10 (Berliner Philharmoniker) 

“Un incredibile dramma dell'anima” secondo Petrenko è la Sinfonia n. 8 di Šostakovič, ma anche le altre due sinfonie proposte in questo cofanetto non lo sono da meno in quanto testimonianze di un tormentato percorso artistico ed esistenziale che copre il cupo decennio 1943-1953, anno della morte di Stalin. Quella di Petrenko alla guida dei Berliner Philharmoniker è una lettura di rara profondità, emotivamente intensa e di commovente bellezza, realizzata durante l’isolamento pandemico. Fondamentale. 

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2. Hans Abrahamsen, Left, Alone (Winter & Winter) 

Se Ravel, Prokofiev, Britten, Martinů e Janáček hanno tutti composto un concerto per pianisti privi della mano destra, quello di Hans Abrahamsen è invece il frutto di un compositore che, come lui, può suonare solo con una mano, un limite che lo ha indotto a esaminare con uno sguardo speciale la letteratura pianistica.

Sono sei miniature preziose rese con il giusto senso di mistero dalla pianista Tamara Stefanovich e incastonate fra le Ten Sinfonias e i Two pieces in slow time, preziosi esempi delle affascinanti e sospese atmosfere sonore del compositore danese. 

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3. Leoš Janáček, Kat’a Kabanová (Unitel) 

Si tratta di una delle più riuscite produzioni del Festival di Salisburgo 2022. Barrie Kosky ha realizzato uno spettacolo radicale nel quale la solitudine della protagonista è plasticamente rappresentata nel grande palcoscenico della Felsenreitschule, modellando i corpi della massa di figuranti sui quali incombe l’altissima parete di roccia della sala.

Altrettanto riuscita l’esecuzione musicale dei Wiener Philharmoniker diretti in maniera impeccabile da Jakub Hrůša con Corinne Winters straordinaria protagonista. 

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4. Danish String Quartet, Prism V – Bach, Beethoven, Webern (ECM) 

Quinta e ultima parte del progetto Prism iniziato otto anni fa del Danish String Quartet per l’etichetta ECM. Come negli altri episodi, il raggio musicale parte da una fuga di Bach e passa attraverso il prisma di un quintetto di Beethoven che lo rifrange su un quartetto a venire, qui il Quartetto n. 1 di Anton Webern del 1905. Qui il cerchio si chiude con il Bach del Contrapunctus 14 dall’Arte della fuga.

Un impaginato prezioso impeccabilmente eseguito che invita a scoprire i fili nascosti che legano tre secoli di quartettismo. 

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5. György Ligeti, Kammerkonzert & Other Works (Harmonia Mundi) 

Ligeti compie cento anni e l’etichetta francese lo festeggia con tre pezzi registrati dall’ensemble Les Siècles diretto da François-Xavier Roth nel 2016. Il Kammerkonzert del 1970, il pezzo più noto, è presentato fra due composizioni per quintetto di fiati: le Sei bagatelle per quintetto di fiati del 1953 e i Dieci pezzi del 1968.

La pratica delle esecuzioni storicamente informate nel DNA dell’ensemble è messa al servizio di una esecuzione di un classico contemporaneo reso con esemplare chiarezza e insolita nitidezza di suono. 

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6. Wolfgang Amadeus Mozart e Jörg Widmann, Klarinettenquintett (Myrios) 

Questa accattivante registrazione presenta le due facce di Jörg Widmann. La prima è quella dell’autorevole interprete e raffinato solista nel Quintetto per clarinetto e archi di Mozart. La seconda è quella del compositore nel movimento unico del complesso Quintetto per clarinetto e archi, qui proposto in prima registrazione assoluta. Partner ideali di questo solista di eccezione sono gli amici dell’Hagen Quartett. 

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7. Gaspare Spontini, La vestale (Bru-Zane Label) 

Per decenni si diceva Vestale e si intendeva Callas. Questa nuova registrazione consegna il capolavoro di Spontini a un ascolto più equilibrato e filologicamente accurato e soprattutto meno viziata dai protagonismi vocali delle registrazioni del passato.

Questa Vestale “autentica” presenta un cast vocale di valore ma ha i suoi punti di forza nella direzione storicamente informata di Christophe Rousset e nel suono limpido e agile dei Talents Lyriques. Il ricco apparato storico e critico del libro che accompagna il doppio CD rende questa edizione un prezioso punto di riferimento. 

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8. Engelbert Humperdinck, Königskinder (Naxos) 

Opera complessa e pochissimo nota di Humperdinck, di cui si conosce, e nemmeno troppo, solo Hänsel e Gretel, viene riproposta nel recente bell’allestimento dell’Opera Nazionale Olandese. La regia di Christof Loy scioglie la convoluta trama del libretto di Elsa Bernstein Porges in un racconto di discriminazione e di esclusione. Di grande valore l’esecuzione musicale guidata dalla bacchetta di un esperto del Novecento musicale tedesco come Marc Albrecht. Una favola triste per festeggiare il Natale. 

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9. Franco Alfano, Integrale delle liriche da camera (Bastille musique) 

Franco Alfano è celebre soprattutto per il finale della Turandot, l’incompiuta di Puccini, ma le sue composizioni restano largamente sconosciute ai più. L’integrale delle liriche da camera, in parte inedite, copre l’intero arco creativo del compositore fra il 1896 e il 1954 e documenta una personalità artistica aperta ad interessi e influenze cosmopolite.

Un valido contributo alla conoscenza di un compositore illuminato dai raggi dalla stella di prima grandezza pucciniana, che splende anche di più nell’imminente centenario. 

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10. Benedetto Carulli, Melodie esposte in forma di duetto concertante per due clarinetti sulla “Semiramide” di Rossini (Fluente Records) 

Un modo un po’ particolare per ricordare i 200 anni del debutto al Teatro alla Fenice della Semiramide di Rossini, opera dell’addio all’Italia del Cigno di Pesaro. Il clarinettista Benedetto Carulli lo fa a modo suo, con una delle trascrizioni operistiche più creative e fantasiose uscite dalla sua penna.

Si tratta di 23 numeri a partire dalla celebre Sinfonia, animati dall’estro interpretativo di due virtuosi del clarinetto come Corrado Giuffredi e Simone Nicoletta. 

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