Alla scoperta del Bru Zane
Una visita nella sede veneziana del Palazzetto Bru Zane con la direttrice Florence Alibert e il direttore scientifico Alexandre Dratwicki.
24 maggio 2016 • 3 minuti di lettura
In un angolo veneziano un po’ appartato, appena fuori dai grandi flussi turistici che attraversano senza tregua la città, da qualche anno si trova una piccola isola musicale che non smette di produrre preziosi eventi capaci di incuriosire un pubblico sparuto ma di fedelissimi. Ma soprattutto, a chi girovaga per teatri europei o magari gira fra gli scaffali di qualche discaio in cerca soprattutto di novità del passato, il logo di Palazzetto Bru Zane sta diventando una presenza familiare oltre che garanzia di scoperte spesso affascinanti. Nel generale disarmo dell’impegno pubblico nella cultura, è naturale una certa curiosità per una realtà che opera ormai da qualche anno in una piccola realtà locale ma con orizzoni molto ampi. Per saperne di più organizziamo una spedizione in un pomeriggio di fine aprile, approfittando del festival primaverile dedicato quest’anno a Benjamin Godard. Mentre attorno i collaboratori mettono a punto gli ultimi dettagli prima di aprire al pubblico, ci accoglie Florence Alibert, direttrice generale del Palazzetto Bru Zane, generosa di spiegazioni sulla nascita e la fertile attività del centro. Non poi un’idea così stravagante quella di consacrare un luogo alla musica romantica in questa città: che il fascino decadente della Venezia ottocentesca abbia nutrito la vena creativa di generazioni di musicisti romantici e oltre è un motivo più che sufficiente a giustificare la nascita di un’istituzione che sostiene la musica romantica francese. Anzi, semmai c’è da stupirsi che nessuno abbia ancora pensato a un’appendice veneziana della Bayreuth wagneriana (cosi come non fa onore alla città che non si riesca almeno a creare un museo wagneriano nelle sale dell’attuale casinò dove il compositore morì).
La storia del Palazzetto Bru Zane risale a una decina di anni fa, quando nel 2006 Nicole Bru, medico di formazione e imprenditrice di successo nel settore farmaceutico, decide di investire in una residenza veneziana. Le vengono proposti diversi palazzi anche sontuosi, ma lei si innamora di questo piccolo palazzetto tardo-seicentesco a due passi da Campo San Stin, originariamente luogo di delizie, o più precisamente “casino biblioteca”, dei Zane, la cui sontuosa residenza sorgeva solo a qualche metro, separata da un rigoglioso giardino oggi purtroppo scomparso. Si decidono e compiono importanti lavori di restauro per ripristinare l’antico aspetto, restituendo splendore degli affreschi di Sebastiano Ricci della sala principale a due piani con la balaustra lignea della scuola del Brustolon e la semplice scala impreziosita di decorazioni pittoriche. Hervé Niquet lancia l’idea di un luogo consacrato alla musica romantica francese e Nicole Bru raccoglie, garantendo il necessario sostegno finanziario attraverso la Fondazione Bru con sede a Ginevra. E così nel 2009 il Palazzetto Bru Zane inizia ufficialmente la sua attività. «Il Palazzetto Bru Zane vive di capitali interamente privati. Dalla sua creazione riceve una dotazione annuale dalla Fondazione Bru che ci consente di impegnarci su programmi anche sul lungo periodo - ci spiega Albert - Questa stabilità è cruciale per riuscire a programmare le nostre stagioni concertistiche con un certo anticipo ma soprattutto per stabilire delle collaborazioni con teatri d’opera, istituzioni concertistiche e festival musicali per progetti di più ampio respiro». Il Palazzetto Bru Zane può contare su spazi relativamente limitati e quindi non adatti a offrire residenze a ricercatori e musicisti, «anche se ci piacerebbe lavorare in questo senso» dice Alibert. Uffici a parte, la struttura può offrire la grande sala su due piani per i concerti della stagione, anche se quando serve il Palazzetto si trasferisce nella vicina Scuola di San Giovanni Evangelista, come per il concerto inaugurale del ciclo Godard con i cantanti Olivia Doray e Cyrille Dubois e il pianista Tristan Raes o in altre sedi che offrono spazi più capienti.