Uomini e dei al Festival di Aix-en-Provence

Un trionfale "Götterdämmerung", un controverso "Idomeneo" e un fresco "Orphée aux Enfers"

[Idomeneo] Mireille Delunsch (Elettra) e il Rundfunkchor Berlin. Foto Elisabeth Carecchio
[Idomeneo] Mireille Delunsch (Elettra) e il Rundfunkchor Berlin. Foto Elisabeth Carecchio
Recensione
classica
Festival d'Aix en Provence Aix-en-Provence
09 Luglio 2009
La crisi si sente anche in Francia e Aix per l'edizione 2009 ridimensiona il programma riducendo a quattro le sei produzioni d'opera delle edizioni precedenti. E se sono soprattuttutto le proposte più innovative a farne le spese, le occasioni di interesse non mancano in un programma consacrato ai miti classici e nordici, a cominciare dall'attesa conclusione del "Ring" del duo Rattle-Braunschweig, cui il pubblico ha riservato un calore forse anche maggiore che alle precedenti opere della Tetralogia. Nel complesso più conferme che sorprese per questo "Götterdämmerung", che è nel complesso è risultato più convincente soprattutto grazie ad un maggiore equilibrio fra buca e scena. Decisamente più che nel "Siegfried" del 2008, Rattle dà maggiore spazio al canto, optando spesso per soluzioni quasi cameristiche a tutto vantaggio del canto, specie dei due protagonisti Ben Heppner e Katarina Dalayman che possono lavorare sull'espressione, compensando qualche carenza di emissione che emerge soprattutto verso il finale. Nel complesso convincente – ancorché non eccezionale – la distribuzione, con le buone prove di Gerd Grochowski come Gunther e soprattutto Mikhail Petrenko in quelli di un Hagen particolarmente insinuante e diabolico, ed il cameo di lusso dell'inedita Anne Sofie von Otter come Waltraute. Nei numerosi momenti sinfonici, Rattle lascia briglia sciolta all'orchestra, accelerando e rallentando quasi al limite della capacità tecnica degli strumenti, in un gioco di dinamiche che esaltano gli aspetti più moderni, quasi espressionistici della partitura wagneriana. Il risultato è comunque garantito, grazie alla magnifica prova dei Berliner Philharmoniker capaci di qualsiasi raffinatezza dalla potenza dell'insieme fino all'ultimo degli assoli. Quanto alla scena, Braunschweig continua e completa la sua lettura antieroica e minimalista, piuttosto parsimoniosa sul piano degli effetti speciali (affidati a qualche proiezione video sugli essenziali elementi scenici, molti ripresi dalle puntate precedenti), che in questo caso sembra funzionare meglio poiché in quello che nelle sue intenzioni è un compiuto dramma borghese realizza pienamente il suo talento di regista di attori. Un vero e proprio trionfo è quello che riserva il pubblico del Gran-Théâtre de Provence a tutti gli interpreti ma soprattutto ai Berliner, salutati da una standing ovation. Un trionfo che si ripete nel concerto "russo" dei Berliner diretti ancora da Rattle, con la brillante esecuzione del primo atto dello "Schiaccianoci" e la tesissima e possente "Sagra della primavera". Pubblico diviso invece nel cortile dell'Archevêché per l'"Idomeneo" metallizzato firmato da Oliver Py, vittima di un horror vacui che gli fa riempire la scena di presenze superflue e onnipresenti balletti, che denunciano solo una evidente carenza di ispirazione. Minkowski riprende la versione viennese del 1786 con gusto decisamente barocco, molto composto e fin troppo geometrico, ma grande cura degli impasti strumentali ben resi dai bravi Musiciens du Louvre. Nella compagine vocale convicono soprattutto l'espressiva Ilia di Sophie Karthäuser e l'esperto Idomeneo di Richard Croft, mentre l'Idamante di Yann Beuron mostra più di un limite soprattutto di stile. Infine, poco più di un saggio scolastico il fresco "Orphée aux Enfers" allestito dall'Académie Européenne de Musique. Firmato da Yves Beaunesne, che traspone la vicenda in una residenza borghese negli anni '40 del secolo scorso, lo spettacolo ha bei momenti ma manca di verve soprattutto nel finale. Ha comunque il pregio di mettere in evidenza le qualità dei giovani interpreti, tutti pressoché debuttanti. Si distinguono le belle prove della spiritata Pauline Courtin (Eurydice), dell'elegante Mathias Vidal (Pluton), del sornione Jérôme Billy (John Styx, autore di irresistibiuli variazioni sul suo "Quand j'etais roi de Beotie") e la vivace Emmanuelle de Negri (Cupidon). Alain Altinoglu, alla guida della Camerata Salzburg, dice di voler evitare il tipico "plum plum" ma ci riesce solo in parte, lasciandosi trascinare dagli irresistibili ritmi offenbachiani. Grande divertimento e immancabile bis del cancan con passerella di cantanti e direttore.

Note: [GÖTTERDÄMMERUNG] Coproduzione con il Festival di Pasqua di Salisburgo 2009; repliche fino al 12 luglio al Grand-Théâtre de Provence. [IDOMENEO] Coproduzione con Musikfest Bremen e la Fondazione Internazionale Mozart Salzburg; repliche fino al 17 luglio al Théâtre de l'Archevêché. [ORPHÉE AUX ENFERS] Nuova produzione in cooperazione con l'Académie Européenne de Musique; repliche fino al 20 luglio al Théâtre de l'Archevêché.

Interpreti: [GÖTTERDÄMMERUNG] Ben Heppner (Siegfried), Gerd Grochowski (Gunther), Mikhail Petrenko (Hagen), Dale Duesing (Alberich), Katarina Dalayman (Brünnhilde), Emma Vetter (Gutrune), Anne Sofie von Otter (Waltraute), Maria Radner (Norn 1), Lilli Paasikivi (Norn 2), Miranda Keys (Norn 3), Anna Siminska (Woglinde), Eva Vogel (Wellgunde), Maria Radner (Flosshilde). [IDOMENEO] Richard Croft (Idomeneo), Yann Beuron (Idamante), Sophie Karthäuser (Ilia), Mireille Delunsch (Elettra), Xavier Mas (Arbace), Colin Balzer (Gran Sacerdote di Nettuno), Luca Tittoto (La Voce), Barbara Kind, Bianca Reim, Bettina Pieck, Holgker Marks, Sascha Glintenkamp (Troiani), César Aitchenson, Vincent Clavaguera, Ana Gabriela Castro, Ricardo Moreno, Wilfried Ohouchou, Julien Quartier, Ezio Schiavulli, Laurent Troudart (danzatori). [ORPHÉE AUX ENFERS] Pauline Courtin (Eurydice), Julien Behr (Orphée), Mathias Vidal (Aristée/Pluton), Vincent Deliau (Jupiter), Marie Gautrot (L'Opinion Publique), Jérôme Billy (John Styx), Paul Cremazy (Mercure), Emmanuelle de Negri (Cupidon), Soula Parassidis (Diane), Marie Kalinine (Vénus), Estelle Kaique (Minerve), Sabine Revault d'Allonnes (Junon).

Regia: [GÖTTERDÄMMERUNG] Stéphane Braunschweig; [IDOMENEO] Olivier Py; [ORPHÉE AUX ENFERS] Yves Beaunesne

Scene: [GÖTTERDÄMMERUNG] Stéphane Braunschweig; [IDOMENEO] Pierre André Weitz; [ORPHÉE AUX ENFERS] Damien Caille-Perret

Costumi: [GÖTTERDÄMMERUNG] Thibault Vancraenenbroeck; [IDOMENEO] Pierre André Weitz; [ORPHÉE AUX ENFERS] Patrice Cauchetier

Orchestra: [GÖTTERDÄMMERUNG] Berliner Philharmoniker; [IDOMENEO] Les Musiciens du Louvre-Grenoble; [ORPHÉE AUX ENFERS] Camerata Salzburg

Direttore: [GÖTTERDÄMMERUNG] Simon Rattle; [IDOMENEO] Marc Minkowski; [ORPHÉE AUX ENFERS] Alain Altinoglu

Coro: [GÖTTERDÄMMERUNG, IDOMENEO] Rundfunkchor Berlin; [ORPHÉE AUX ENFERS] Chor du Festival d'Aix-en-Provence

Maestro Coro: [GÖTTERDÄMMERUNG, IDOMENEO] Simon Halsey; [ORPHÉE AUX ENFERS] Nicolas Kruger

Luci: [GÖTTERDÄMMERUNG] Marion Hewlett; [IDOMENEO] Olivier Py; [ORPHÉE AUX ENFERS] Jöel Hourbeigt

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

I poco noti mottetti e i semisconosciuti versetti diretti da Flavio Colusso a Sant’Apollinare, dove Carissimi fu maestro di cappella per quasi mezzo secolo

classica

Arte concert propone l’opera Melancholia di Mikael Karlsson tratta dal film omonimo di Lars von Trier presentata con successo a Stoccolma nello scorso autunno

classica

Piace l’allestimento di McVicar, ottimo il mezzosoprano Lea Desandre