Una piscina tutta d'oro

Tra orge e abissi piastrellati convince la rilettura in chiave camp-drama di Michieletto

Foto Michele Crosera
Foto Michele Crosera
Recensione
classica
Gran Teatro La Fenice Venezia
Igor Stravinskij
27 Giugno 2014
Dopo la prima a Lipsia di maggio (ne ha scritto Stefano Nardelli su questo sito), il Rake's Progress di Damiano Michieletto approda alla Fenice, accompagnato da timori di contestazioni e da un bel "Vietato ai minori di 18 anni" per l'esplicita scena dell'orgia in piscina. Il clima veneziano è invece favorevole e la prima riserva non solo grandi applausi (nel primo atto ne parte anche qualcuno un po' a caso, ma buon segno, forse qualcuno è venuto per la prima volta all'opera!), ma anche una quasi assenza di aperti dissensi, se si esclude uno stentoreo e isolato "vergogna" prima dell'intervallo. In fondo, come spesso in questi casi, le possibili "pietre" dello scandalo - i movimenti mimati dell'orgia, espliciti sì, ma quasi grotteschi nella loro ostentazione - non sono niente che non si possa vedere quotidianamente (al limite dell'assuefazione) in tv o nelle pubblicità di moda. E anche la figura baracconesca di Baba la Turca, donna barbuta, rischia per tempismo di richiamare quella del/la vincitore/trice dell'Eurofestival, Conchita Wurst! Porta il pop a teatro, Michieletto, e lo fa con grande bravura e intelligenza: tra animali gonfiabili, canotti (molto bella la resa della "macchina del pane") e una piscina che da piena d'oro diventa abisso. Il lavoro funziona molto bene, sorretto anche da un cast in cui gli onori più grandi - anche di resa teatrale - vanno alla Anne di Carmela Remigio e a un Alex Esposito debordante nel ruolo luciferino di Nick Shadow. Meno evidente, specie nella prima metà, il Tom Rakewell di Gatell si riprende nel commovente finale. Non brillano particolarmente l'orchestra e Diego Matheuz, ma sorreggono il tutto senza troppe sbavature. Che poi, in una Venezia colpita dalle tangenti, una piscina piena di monete cosa volete che sia?

Interpreti: Michael Leibundgut (Trulove) Carmela Remigio (Anne) Juan Francisco Gatell (Tom Rakewell) Alex Esposito (Nick Shadow) Silvia Regazzo (Mutter Goose) Natasha Petrinsky (Baba) Marcello Nardis (Sellem) Matteo Ferrara (Il guardiano del manicomio)

Regia: Damiano Michieletto

Scene: Paolo Fantin

Costumi: Carla Teti

Orchestra: Teatro La Fenice

Direttore: Diego Matheuz

Coro: Teatro La Fenice

Maestro Coro: Claudio Marino Moretti

Luci: Alessandro Carletti

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo