Traviata “fuori sede”
Scioperi e traslochi non fermano il Teatro Comunale di Bologna
Un po’ dolceamara la partecipazione allo spettacolo allestito dal Teatro Comunale di Bologna, una “nuova” Traviata in cui il regista Alessandro Talevi cita (per cause di forza maggiore) suoi precedenti spettacoli, e li adatta con intelligenza a uno spazio scenico non “perfetto”. L’istituzione felsinea ha infatti trasferito la propria programmazione dei prossimi quattro anni fuori dal Teatro Bibiena (in ristrutturazione), spostandosi in altre sale cittadine quali un padiglione della fiera riallestito ad hoc, l’Auditorium Manzoni e l’EuropAuditorium, sede dell’attuale spettacolo. Dopo una Prima annullata per uno sciopero del personale del Teatro, che non ha certo aiutato nel delicato momento di trasferimento, le repliche hanno però incontrato il favore del pubblico. La sala non è gentile con il suono dal vivo: l’orchestra (diretta da Riccardo Frizza) quasi scompare, quelle voci che non siano perfettamente proiettate si spengono, ma nonostante le difficoltà, non dispiace il risultato: Zuzana Marková è un’attrice nata, dagli sguardi taglienti e una presenza scenica magnetica, ed è una Violetta vocalmente precisa ed elegante. Conquista Roberto Frontali, un compostissimo Giorgio Germont, solenne e accorato, dalla gestualità minima ma necessaria, e dall’interpretazione vocale ineccepibile (nel porgere, nelle dinamiche, nel calibrare l’espressione). L’Alfredo di Rame Lahaj piace per la spontaneità vocale, pur disturbata da qualche incertezza sul fronte musicale e da una pronuncia non sempre perfetta. Ben caratterizzati anche i comprimari: Laura Cherici regala una turbinosa e seducente Flora, mattatrice della festa nel crossover su “Carmen” citato durante il coro di zingarelle e mattadori; Paolo Antognetti è un Gastone ridanciano e mercuriale; Melissa D’Ottavi è un’Annina pragmatica, efficiente, espressiva e vocalmente notevole. Le scelte sceniche sono d’impatto, equilibrate e lineari. I movimenti coreografici, gli elementi scenici (accuratamente selezionati e polivalenti), gli abiti eleganti (di Stefania Scaraggi): tutto riempie gli occhi con stile, senza accenni volgari. Molto appropriate anche le proiezioni di Marco Grassivaro: completano lo spazio scenico senza eccessi, facendo da collante e guidando emotivamente lo spettatore. Stasera, lunedì 19, l’ultima replica.
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