Suoni di libertà
Roma: Pappano abbina il Prigioniero di Dallapiccola con spezzoni beethoveniani
Recensione
classica
Antonio Pappano ha inserito Il Prigioniero di Dallapiccola in una cornice beethoveniana: prima il Fidelio, con l'aria di Florestano in catene nel profondo della segreta, poi gli ultimi due movimenti della Nona Sinfonia. Un modo per sottolineare tematiche comuni e soprattutto una comune tensione ideale e una comune concezione morale della musica. L'idea potrebbe sembrare audace, perfino bizzarra, ma questi pezzi, che Pappano esegue senza intervallo e senza nemmeno abbassare le braccia, si concatenano benissimo, nonostante siano separati da quasi un secolo e mezzo. In particolare è quasi inavvertibile il passaggio dal Prigioniero al terzo movimento della Nona. L'interpretazione che Pappano dà dei due movimenti di questa sinfonia è molto umana e concreta, coinvolgente: non principi astratti di un'umanità ideale, ma carne e sangue di noi uomini e donne. La vicinanza con questi vertici della musica di ogni tempo non riduce ma esalta l'opera di Dallapiccola (in realtà più che un'opera è una specie di cantata laica sul tema sacro per i laici della libertà, infatti la prima fu in forma di concerto alla Rai di Torino). Dallapiccola non offre certezze, non dà riposte ma fa appello alla nostra sensibilità, invita a immedesimarsi con la vittima, presenta la libertà come un miraggio cui l'umanità deve tendere, sebbene forse irraggiungibile, come uno spiraglio di luce che intravediamo da lontano. Il testo non è all'altezza della musica ma Dallapiccola va oltre quel che dicono le parole e infatti il canto non è qui all'altezza dell'orchestra. Pappano rivela un'orchestra vivissima, fatta di fremiti, guizzi, tensioni e colori sempre nuovi, in cui si scioglie quel tanto di rigido e aspro che in genere si attribuisce alla dodecafonica. Un po' affaticato Louis Otey (protagonista in Dallapiccola e baritono nella Nona), bene gli altri cantanti: Angeles Blancas Gulin, Rachel Willis-Sorensen, Andrea Baker e Stuart Skelton.
Note: concerti dedicati a Amnesty International - Sezione italiana
Interpreti: Louis Otey, Angeles Blancas Gulin, Rachel Willis-Sorensen, Andrea Baker, Stuart Skelton, Carlo Putelli, Antonio Pirozzi
Orchestra: Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore: Antonio Pappano
Coro: coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Maestro Coro: Ciro Visco
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