Sunn 0))), massaggi sonori per maschi di mezza età
I Sunn 0))), di passaggio per la Biennale di Venezia, tornano a Torino a 14 anni da un concerto entrato nel folklore cittadino
27 ottobre 2025 • 3 minuti di lettura
Audiodrome, Moncalieri
Sunn 0)))
26/10/2025 - 26/10/2025Il concerto dei Sunn 0))) alle Carceri nuove nel lontano 2011, nell’ambito di Torino Spiritualità, è uno di quegli eventi che è entrato nel folklore musicale cittadino. C’è chi giura che ci fu una rissa. Chi che gli infissi delle vecchie celle erano sul punto di staccarsi, investite dall’onda sonora. Chi che insieme al duo di Stephen O'Malley e Greg Anderson c’era anche un tastierista (non lo ricordavo, i video lo confermano).
Io, personalmente, ne ho vari ricordi. Ricordo la sensazione, mai più provata dopo, delle cartilagini del naso che vibrano per il volume smodato, al limite del tollerabile. Ricordo la sala centrale che si svuota, come sgomberata dalla violenza dei primi accordi, e che a fine concerto eravamo solo una decina a occupare lo spazio sotto il palco. (Tutti quelli che conosco giurano di esser rimasti fino alla fine, dunque o ricordo male io, o qualcuno mente).
Ma, appunto, è folklore: gli antropologi sanno che la memoria è fluida come un bordone distorto, e che si reinventa racconto dopo racconto. Come tutti i miti popolari, quel concerto è diventato molto di più di quello che è stato.
L’occasione di rivedere i Sunn 0))) in città (questa volta in versione duo), di passaggio dopo il live alla Biennale Musica di Venezia, era dunque da non mancare, anche solo per confrontare i ricordi con il presente. Lo spazio – l’Audiodrome di Moncalieri – è meno affascinante, ma ugualmente adeguato nel suo anonimato industriale, mimetizzato com’è fra ciminiere e capannoni .
Dunque, che concerto è stato, quello dei Sunn 0))) del 2025? È stato quello che ci si aspettava. Un set senza interruzioni di un’ora e un quarto (ci si ferma una volta sola per un cambio di chitarra) della consueta materia sonora distorta e allucinata, il muro di feedback e bordoni che si sovrappongono senza soluzione di continuità, con i battimenti generati dagli amplificatori spinti al massimo che increspano la pasta del tutto, generando occasionali momenti ritmici subito sommersi. Più massaggio sonoro che concerto, ascoltare i Sunn 0))) dal vivo è forse l’esperienza più potente per comprendere che l’orecchio è solo il principale degli organi attraverso cui percepiamo il suono, e che quello che chiamiamo “suono” esiste in una sua dimensione fisica: è una variazione di pressione nell’aria, particelle che si muovono, materia in movimento, cartilagini che vibrano.
Il fascino che i Sunn esercitano sul loro pubblico da oltre un quarto di secolo sta, probabilmente, proprio nella convivenza fra questa dimensione fisica, materica, e l’aura mistica e spirituale che la accompagna – amplificata (mai termine fu più adeguato) da una gestualità esibita che, dopo tanti anni, scivola sulla lama sottile fra il meme e il mistico, fra la maniera e il rito: le lunghe tonache/accappatoio scure, la chitarra brandita come una croce, la ieraticità del gesto del plettro che affonda sulle corde… E però, pur nel già sentito (ma ha senso parlare di già sentito per la musica dei Sunn?), il rigore e l’intransigenza della formula rendono ogni concerto unico e irripetibile. Questa è musica che non invecchia, non potrà mai invecchiare.
Quello che invecchia, invece, è il pubblico. Si entra in una sala stipata di maschi bianchi barbuti di mezza età (praticamente la diversity che c’è nella mia chat del calcetto). Forse, davvero, tutti quelli che erano alle Carceri nel 2011 sono qui. E tutti, in apparenza, hanno i tappi per le orecchie. Quando sono arrivati i tappi ai concerti? Oggi si vedono spesso, ma qualche anno fa erano un oggetto insolito, quasi una provocazione (lo ricordava Enrico Bettinello in un articolo di un paio di anni fa). Il me del 2011 mai si sarebbe messo i tappi a un concerto: ho pagato, pretendo che mi sfondino i timpani. Ma, appunto, “più che vecchi non diventiamo” diceva mia nonna, e il rituale del suono dei Sunn 0))) non sembra avere un forte appeal sulla Gen Z.
Uscendo, c’è chi giura che alle Carceri nuove il volume era più alto. Forse è così, o forse è solo l’acufene.