Soffiare nelle ance di un nuovo folk
Il Festival della Zampogna intorno a Formia, tra passato e futuro
Recensione
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Passano gli anni, e oggi le cioce - i calzari dei pastori locali - come suole hanno fette di pneumatico; ma lo spirito del Festival della Zampogna, tre giorni densi di avvenimenti e di umanità sull'Appennino in provincia di Latina, proprio di fronte ad un fumoso mare, è permeato di sincerità e convivialità. A Itri, Maranola, Monte San Biagio e Lenola si incontrano uomini e donne di tutte le età con la voglia di condividere un suono, quello aspro e ricco di ciaramelle e aerofoni a sacco, e una passione, quella per le tradizioni dure a morire di un'area ricchissima in questo senso. I pastori di Monte San Biagio e di Maranola si ritrovano per tre giorni nella piazza e nelle chiese dei loro paesi, tutti armati dei loro strumenti e pronti a sparare le loro arcaiche cartucce melodiche coperti dal fuoco dell'armonia primo/quinto. E il bello è che non sono soli, perché l'organizzazione di Finisterre ogni anno, oltre ad organizzare una mostra mercato e nonostante il massiccio taglio dei finanziamenti, convoca amici musicisti di estrazione più contemporanea, capaci di superare la riproposta e lo stantìo folk revival in favore di un nuovo gusto che unisca la tecnica recente e il sentire d'un tempo. Quest'anno veri mattatori sono stati i Trouveur Valdoten, protagonisti di più suonate tra sabato e domenica: sostenuti dalla corposa acustica delle piccole chiese di collina e dal raccolto silenzio del pubblico, hanno esibito con orgoglio i temi della loro valle di Cogne portandoli a spasso tra impasti vocali austeri e arrangiamenti strumentali arditi. Emozionante nella sua nordica severità la suite di brani carnici eseguita dai friulani Vanni Floreani e Gianfranco Lugano, eseguita a cornamusa e gaita poiché le zampogne sono sparite dalla regione secoli or sono. E tra i numerosi interventi dei musicisti tradizionali è necessario citare un duo decisamente speciale: bisnonno e nipotino a zampogna e ciaramella, rispettivamente oltre i novanta e sotto i dieci anni. Struggente e profondamente reale.
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