Radiohead classici contemporanei

Il tour italiano della band di Thom Yorke, di passaggio a Bologna.

JT

26 settembre 2012 • 3 minuti di lettura

La scenografia video
La scenografia video

Vivo Concerti Bologna

Dando per assodato che i Radiohead [i]sono[/i] (non è più necessario mettere il congiuntivo) [i]la[/i] band più importante degli ultimi vent’anni, anche per i loro detrattori, ad ogni tour ci si ritrova a fare il punto sulla loro carriera, sulla relativa freschezza della loro musica, sull’invecchiamento dei loro brani e – nostro malgrado – pure sull’invecchiamento nostro. Il tour di [i]The King of Limbs[/i] (quattro date italiane, rinviate da luglio[/a]: oltre a Bologna, Roma, Firenze e Codroipo) ha segnato ufficialmente l’ingresso in massa sul parterre dei concerti dei “native-Radiohead”, quella generazione nata dopo l’uscita di [i]Pablo Honey[/i] (anno 1992) e giunta alla maturità di ascolto quando i Radiohead erano già “[i]la[/i] band più importante degli ultimi vent’anni”. Quasi un trauma senile per la generazione precedente, che ben si ricorda l’uscita di [i]Ok Computer[/i] o [i]Kid A[/i], e i tour italiani più recenti (2003 e 2008). Da quella consacrazione datata primi anni Zero, i concerti dei Radiohead non sono poi cambiati di molto: ampio spazio ai brani nuovi, qualche hit da lacrimoni, qualche ripescaggio inatteso. Il tutto con molta democrazia: a Bologna i dischi usciti negli ultimi quindici anni ([i]Ok Computer[/i], [i]Kid A[/i], [i]Amnesiac[/i], [i]Hail to the Thief[/i] e [i]In Rainbows[/i]) contribuiscono alla scaletta in ugual misura, con tre brani a testa. Difficile non pensare ci sia una qualche regola dietro. E – regola o non regola – questo annullamento della nostalgia va tutto all'onore dei Radiohead. Specie in un momento in cui la moda “retromaniaca” spinge verso la riproposizione integrale dei vecchi album (“Radiohead performs [i]Ok Computer[/i]”: ve lo immaginate il successo?), o almeno tende a focalizzare l’attenzione sui dischi più amati (vedi il recente tour dei Sigur Rós). La loro attenzione ai suoni contemporanei, e la loro capacità di tradurli per un più grande pubblico (spesso senza inventarsi nulla: pensiamo alla scena dubstep e post-dubstep evocata nell’ultimo album, così come fu per l’IDM in epoca [i]Kid A[/i]) conferma come i Radiohead siano l’ultimo grande gruppo “progressivo” arrivato al mainstream. Non a caso in scaletta, mescolate con il vecchio materiale, le canzoni [i]The King of Limbs[/i] ci sono tutte (meno “Codex”, e con l’aggiunta del singolo “Daily Mail”) e si impongono sin dall’avvio fra i momenti migliori: “Lotus Flower” e “Bloom” subito in apertura, un’anfetaminica “Morning Mr. Magpie” e “Give up the Ghost”, che apre la sequenza dei bis, e si consacra come una ballad all’altezza dei classici (forse non ancora all'altezza di quella “Exit Music” che Yorke stoppa a metà prendendosela con Jonny Greenwood: «Jonny, spegni quel f* microfono»). Qualche aggiustatina nel sound sincronizza con il suono di oggi alcuni brani vecchi: una epica “Planet Telex”, unica concessione dall’era pre-[i]Ok Computer[/i], e “Kid A”, trasformata da un massiccio uso del vocoder. Alla riuscita del tutto danno una mano – finalmente – dei volumi degni di questo nome (quattro anni fa in centro Milano si aveva forse paura di disturbare qualche assessore…) e una scenografia superlativa, fatta di schermi in movimento che rimandano particolari dal palco: un occhio, un piede, la mano sul pianoforte... Da anni aspettiamo il temuto “passo falso”: a live ascoltato, [i]The King of Limbs[/i] non lo era, e nel loro "salto generazionale" i Radiohead non sembrano affatto un gruppo di vent'anni fa, ma un "classico" che resiste imperterrito come "contemporaneo". [a href='http://www.giornaledellamusica.it/rol/?id=2397']Leggi la recensione dal tour italiano 2008[/a][br/]

Note: Scaletta: Lotus Flower; Bloom; 15 Step; Lucky; Kid A; Morning Mr. Magpie; There There; The Gloaming; Separator; Pyramid Song; You and Whose Army?; I Might Be Wrong; Planet Telex; Feral; Little by Little; Idioteque. Bis 1: Give Up the Ghost; Exit Music (for a Film); Daily Mail; Myxomatosis; Paranoid Android. Bis 2: House of Cards; Reckoner; Everything in Its Right Place.