Purcell sottosopra

“The Indian Queen” riscritto da Joachim Schloemer apre Schwetzingen

foto Jorg Michel
foto Jorg Michel
Recensione
classica
Schwetzinger Festspiele Schwetzingen
30 Aprile 2013
Parte da una completa ritessitura della trama drammaturgica “The Indian Queen”, spettacolo inaugurale dell’edizione 2013 del Festival di Schwetzingen. Della “semi-opera” di Henry Purcell sopravvivevano i frammenti musicali con robuste integrazioni da altri lavori dell’Orfeo Britannico, mentre del testo teatrale di Robert Howard e John Dryden non si ritrova pressoché nulla nella riscrittura di Joachim Schloemer, regista e autore dei nuovi dialoghi (in tedesco). L’intreccio esotico costruito su un immaginario conflitto fra Aztechi e Inca prima della conquista spagnola si percepiva di riflesso attraverso l’esperienza straniante di una coppia di turisti precipitati in una sorta di cenote con guida messicana al seguito. Nello strano ambiente – una stanza “sottosopra” con mobili che scendono dal soffitto e il lampadario che sbuca dal pavimento – Iris e Kevin rivivevano le vicende della coppia Orazia e Acacis, mentre lo spirito sanguinario della regina Zempoalla si impossessava della guida Pablo artefice di un moderno sacrificio umano nel finale. Rivelato immediatamente il meccanismo, la trama si dipanava senza un vero sviluppo né sorprese ma con molte lungaggini. Soprattutto non riusciva a porsi come alternativa credibile all’originale. Quanto alla regia, si appigliava a un repertorio di effetti e situazioni di rassicurante convenzionalità. Qualità musicale e fedeltà filologica erano assicurate dagli ottimi musicisti del Concert Spirituel guidati da Hervé Niquet con il consueto rigore immaginifico. Ottimi anche gli interventi vocali di un cast apprezzabile soprattutto per eleganza stilistica e valori espressivi. Più riuscite erano le prove di Mireille Lebel e dei due tenori Anders Dahlin e Mathias Vidal. Preciso e incisivo l’agile coro. Applausi, qualche buuu alla regia.

Note: Nuova produzione del Schwetzinger SWR Festspiele in coproduzione con Theater Basel e Opéra-Théâtre di Metz. Date rappresentazioni: 26, 28, 30 aprile, 1 maggio 2013.

Interpreti: Ruby Hughes (Orazia), Mireille Lebel (Zempoalla), Anders Dahlin (Acacis, suo figlio), Mathias Vidal (Il sole), Marc Labonnette (L’uomo orso, sciamano), Anna Tenta (Iris, una turista), Vincent Leittersdorf (Kevin, un turista), Pascal Lalo (Pablo, una guida messicana), Markus Hofmann (Il maestro di cerimonie), Olivier Kahl, Benedikt Ocker, Susanne Preissler (attori)

Regia: Joachim Schlömer

Scene: Jens Kilian

Costumi: Marie-Thérèse Jossen

Orchestra: Le Concert Spirituel

Direttore: Hervé Niquet

Coro: Choeur du Concert Spirituel

Luci: Ulrich Schneider

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo