Amore e potere al varieté di Ezio

Torna sulle scene "Ezio", seconda produzione operistica del Festival di Schwetzingen

(da sinistra a destra) Marcell Bakonyi (Varo), Hilke Andersen (Onoria), Netta Or (Fulvia) e Rosa Bove (Valentiniano). Foto Monika Ritterhaus
(da sinistra a destra) Marcell Bakonyi (Varo), Hilke Andersen (Onoria), Netta Or (Fulvia) e Rosa Bove (Valentiniano). Foto Monika Ritterhaus
Recensione
classica
Schwetzinger Festspiele Schwetzingen
Georg Friedrich Haendel
23 Maggio 2009
Ultima delle opere händeliana di ispirazione metastasiana (dopo "Siroe" e "Poro"), l'"Ezio" propone la tradizionale ricetta di amore e potere per il racconto della tormentata relazione fra il generale Ezio e Fulvia, figlia del patrizio Massimo, nemico giurato dell'imperatore Valentiniano, che di Ezio è anche rivale in amore. Per un intreccio classico che termina col convenzionale perdono del sovrano, Händel optò per un linguaggio severo e introspettivo, che spiega forse un successo di rispetto nel 1732 e la scarsa popolarità successiva del lavoro. Amore e potere è un tema ricorrente nel lavoro di Günter Krämer, che torna sulla stessa scena dopo un recente "Lucio Silla". La ricetta è quasi la stessa - uno schematismo vagamente didascalico per raccontare il contrasto fra la corrotta decadenza della corte imperiale e la purezza (e durezza) dell'eroe guerriero, sincretismo del linguaggio scenico e una strizzatina d'occhio (e qualcosa di più) al varieté per non prendere troppo alla lettera il dramma - così come il mestiere, che punta più sulla godibilità che sul rigore filologico (ed in effetti i tagli al libretto sono sostanziosi). È un metodo che si ritrova anche nell'energica direzione di Attilio Cremonesi alla guida della kammerochesterbasel, più attenta a dare evidenza alla varietà della ricca strumentazione händeliana che all'equilibrio con una scena che presenta più di un punto debole. Pienamente convincenti Marcell Bakonyi (cui spettano i rari momenti di virtuosismo vocale) e Hilke Andersen, mentre Netta Or si apprezza per la tecnica più che per un timbro non gradevolissimo. Insufficienti l'anemico Valentiniano di Rosa Bove e il Massimo di Donát Havár inadeguato sia vocalmente che scenicamente. Pochi applausi durante lo spettacolo, ma il successo non manca alla fine.

Note: Altre rappresentazioni: 23, 24, 26 maggio 2009

Interpreti: Yosemeh Adjei (Ezio), Netta Or (Fulvia), Rosa Bove/Witalij Kühne (Valentiniano), Hilke Andersen (Onoria), Donát Havár (Massimo), Marcell Bakonyi (Varo), Antoine Effroy, Andreas Gräbe, Eric Miot (soldati di Ezio)

Regia: Günter Krämer

Scene: Jürgen Bäckmann

Costumi: Falk Bauer

Orchestra: kammerorchesterbasel

Direttore: Attilio Cremonesi

Luci: Diego Leetz

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