Porto Rico dentro

Miguel Zenon chiude a Brescia la rassegna di Jazz on the Road

Foto Giorgio Festa
Foto Giorgio Festa
Recensione
jazz
Jazz On the Road Brescia
15 Luglio 2012
Conosciuto in Italia soprattutto quale membro della Liberation Music Orchestra di Charlie Haden e del corpo docente dei seminari di Siena Jazz, Miguel Zenon è quello che il gergo da bar definisce un “martellone”. Un musicista dalla competenza tecnico-strumentale impareggiabile e dall’eloquio solistico - ancorché non sempre originalissimo - che di questa competenza non fa mai mistero. “Alma Adentro”, il progetto che sta portando in tour nella breve trasferta italiana, è un’esplorazione del songbook del suo paese d’origine, Portorico, rappresentato dalle canzoni dei maggiori compositori d’inizio Novecento: Rafael Hernandez, Pedro Flores, Sylvia Rexarch, Bobby Capò, Tite Curet Alonso. Composizioni dall’afflato lirico struggente e appassionato, espressione di una peculiare musicalità latino-caraibica vicina a quella del progetto che proprio Haden dedicò a Cuba qualche anno fa. Nel caso di Zenon, tuttavia, l’ardore romantico del Bolero viene strappato alle sue radici rurali tardo ottocentesche e inserito in un contesto contemporanemente urbano. Gli arrangiamenti del leader – il sax alto intensissimo, il suono tagliente – ricontestualizzano i brani sulla base di una pulsazione funkeggiante e metronomica, animata da ritmiche dispari e metri irregolari che ricordano la musica di Steve Coleman e vengono messi da parte soltanto nell’accorata “Perfume de Gardenias” e nel languido bis “Incomprendido”. Grazie agli empatici partner anche le costruzioni più articolate scorrono naturali persino, nei loro intrichi più fitti. E ciò che al termine della performance resta più impresso, più che il "lirismo", sono effettivamente la facilità, il virtuosismo e la naturalezza con cui Miguel Zenon, Luis Perdomo, Hans Glawischnig ed Henry Cole si muovono nelle complesse architetture strutturali.

Interpreti: Miguel Zenon, sax alto. Luis Perdomo, pianoforte. Hans Glawischnig, contrabbasso. Henry Cole, batteria.

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

jazz

La rassegna You Must Believe In Spring con Steve Lehman Sélébéyone, Mariasole De Pascali Fera e Tell Kujira

jazz

Si chiude l'ottima edizione 2024 del Torino Jazz Festival

jazz

Usato sicuro e un tocco british per il quarantunesimo Cully Jazz