Pianeta Strauss

Successo alla Deutsche Oper di Berlino della rassegna straussiana con la rara "Elena Egizia" e l'"Ariadne" vista da Carsen

Da "Ariadne" (foto Bettina Stöß)
Da "Ariadne" (foto Bettina Stöß)
Recensione
classica
Deutsche Oper Berlino
08 Febbraio 2009
Può capitare solo nei teatri di repertorio che, grazie alla copiosità di titoli normalemente offerti al pubblico durante la stagione, si creino stimolanti percorsi tematici. È il caso delle Strauss Wochen alla Deutsche Oper di Berlino, che fra gennaio e febbraio hanno offerto una significativa panoramica del teatro musicale straussiano attraverso titoli noti e frequentemente eseguiti e un’interessante riproposta. "Elena Egizia", probabilmente la meno riuscita delle opere del sodalizio Strauss-Hofmannstahl nonostante l'impegno e l’entusiasmo profuso del librettista e la rigogliosa vena melodica del compositore, ha troppi spunti che tuttavia non sembrano integrarsi in un disegno unitario convincente. Per superare i limiti di una drammaturgia sbilanciata e frammentata, Marco Arturo Marelli la immagina in un bordello esotico, cornice nella quale re Menelao rielabora il trauma della guerra e dell'uccisione di Paride e celebra l'amor coniugale con Elena, complici la ruffiana Aithra con la sua corte di colorate maitresse e compiacenti ufficiali di marina. Al tocco esotico della scena (dello stesso Marelli), Andrew Litton aggiunge la sua preziosa direzione musicale solo in parte sostenuto da un cast nel quale le voci maschili latitano e convincono davvero solo la robusta Elena di Ricarda Merbeth e la petulante Aithra di Laura Aikin. Pienamente riuscita anche l'altra novità della rassegna, cioè l'"Ariadne auf Naxos" firmata da Robert Carsen, che arrivava a Berlino a soltanto qualche mese dal debutto al Prinzregententheater di Monaco di Baviera. Spettacolo di esemplare semplicità, fatto di corpi e sui corpi degli interpreti che con la semplice forza dei gesti disegnano ambienti e modulano i registri del tragico e del comico. Formidabile la compagnia - completamente rinnovata rispetto a Monaco - con Violeta Urmana, Arianna di spessore tragico, Jane Archibald, strepitosa Zerbinetta, e Roberto Saccà, Bacchus dai begli accenti lirici. Ricca di colori anche la briosa direzione di Jacques Lacombe, che contribuiva in maniera deterninante al successo della serata. Interessanti anche le tre riprese a cominciare dall'accoppiata fra la straussiana "Elektra" e la "Cassandra" di Vittorio Gnecchi, interessante combinazione di temi classici e accenti veristi fra Mascagni e Puccini. Il racconto del ritorno di Agamennone dalla guerra di Troia e del suo massacro davanti agli occhi di un’Elettra bambina è concepito pertinentemente come 'prequel' dalla regista Kirsten Harms che sfrutta lo stesso ambiente - uno spazio oppressivo rinchiuso fra tre alte pareti e coperto di terra - per le due opere per sottolinearne il legame ideale e le simmetrie (e del resto le due opere si aprono con quasi lo stesso motivo). Musicalmente più riuscita la seconda parte della serata per un cast complessivamente più omogeneo e la solida direzione di Kazushi Ono, più a suo agio con i furori straussiani. Per l'occasione la Deutsche Oper rispolverava, dopo qualche anno di assenza dalle scene, anche la "Salome" stralunata ed espressionista di Achim Freyer, lontanissima dalle morbose atmosfere decadenti di Oscar Wilde. Spettacolo riuscito solo a metà, soprattutto per le debolezze di un cast che aveva in Manuela Uhl una troppo debole protagonista e ripescava un esagitato Chris Merritt per Erode. Chiudeva la rassegna un vecchiotto "Rosenkavalier" firmato da Götz Friedrich nel 1993. Cast onesto e bilanciato guidato dall’esperienza del veterano Peter Schneider sul podio. Il pubblico numeroso (specie per le novità) ha salutato con calore i vari spettacoli. Un plauso particolare va dato all'Orchestra della Deutsche Oper, sempre all'altezza della sfida che la densa e sempre mutevole scrittura straussiana pone agli esecutori, protagonisti in buca al pari della scena. Gli spettacoli continuano fino al 27 febbraio.

Interpreti: DER ROSENKAVALIER: Michaela Kaune (Die Feldmarschallin Fürstin Werdenberg), Kristinn Sigmundsson (Der Baron Ochs auf Lerchenau); Anke Vondung (Octavian); Markus Brück (Der Herr von Faninal), Ofelia Sala (Sophie), Fionnuala McCarthy (Jungfer Marianne Leitmetzerin), Burkhard Ulrich (Valzacchi), Ulrike Helzel (Annina), Jörn Schümann (Ein Polizeikommissar), Peter Maus (Der Haushofmeister bei der Feldmarschallin), Jörg Schörner (Der Haushofmeister bei Faninal), Yosep Kang (Ein Sänger), Nathan Myers (Ein Notar), Paul Kaufmann (Ein Wirt), Tomislav Lucic (Ein Hausknecht), Anna Fleischer (Eine Modistin), David Knutson (Ein Tierhändler). ARIADNE AUF NAXOS: Violeta Urmana (Ariadne), Roberto Saccà (Bacchus), Burcu Uyar (Najade), Nicole Piccolomini (Dryade), Martina Welschenbach (Echo), Matthias Bundschuh (Haushofmeister), Lenus Carlson (Musiklehrer), Ruxandra Donose (Komponist), Gregory Warren (Offizier), Burkhard Ulrich (Tanzmeister), Andrew Ashwin (Perückenmacher), Krzysztof Szumanski (Lakai), Jane Archibald (Zerbinetta), Simon Pauly (Harlekin), Jörg Schörner (Scaramuccio), Roland Schubert (Truffaldin), Paul Kaufmann (Brighella). SALOME: Chris Merritt (Herodes), Hanna Schwarz (Herodias), Manuela Uhl (Salome), Morten Frank Larsen (Jochanaan), Clemens Bieber (Narraboth), Julia Benzinger (Ein Page), Burkhard Ulrich (1. Jude), Paul Kaufmann (2. Jude), Peter Maus (3. Jude), Michael Spyres (4. Jude), Roland Schubert (5. Jude), Krzysztof Szumanski (1. Nazarener), Nathan Myers (2. Nazarener), Hyung-Wook Lee (1. Soldat), Ante Jerkunica (2. Soldat), Tomislav Lucic (Ein Cappadocier), David Knutson (Ein Sklave). CASSANDRA (Gnecchi): Gustavo Porta (Agamennone), Susan B. Anthony (Clitennestra), Nora Gubisch (Cassandra), Piero Terranova (Egisto), Nathan Myers (Il prologo), Julia Benzinger (Una voce sola / Una vecchia). ELEKTRA: Hanna Schwarz (Klytämnestra), Janice Baird (Elektra), Manuela Uhl (Chrysothemis), Burkhard Ulrich (Aegisth), Egils Silins (Orest), Jörn Schümann (Der Pfleger des Orest), Erica Miller (Die Vertraute), Paul Kaufmann (Ein junger Diener), Ante Jerkunica (Ein alter Diener), Anna Fleischer (Eine Schleppträgerin), Stephanie Weiss (Die Aufseherein), Nicole Piccolomini (1. Magd), Julia Benzinger (2. Magd), Ulrike Helzel (3. Magd), Jacquelyn Wagner (4. Magd), Fionnuala McCarthy (5. Magd). DIE ÄGYPTISCHE HELENA: Ricarda Merbeth (Helena), Robert Chafin (Menelas), Sofia Kemstac (Hermione), Laura Aikin (Aithra), Morten Frank Larsen (Altair), Burkhard Ulrich (Da-Du), Jacquelyn Wagner (1. Dienerin der Aithra), Stephanie Weiss (2. Dienerin der Aithra), Erica Miller (1. Elfe), Julia Benzinger (2. Elfe), Nicole Piccolomini (3. Elfe), Ewa Wolak (Die alles-wissende Muschel).

Regia: Götz Friedrich (ROSENKAVALIER), Robert Carsen (ARIADNE), Achim Freyer (SALOME), Kirsten Harms (CASSANDRA/ELEKTRA), Marco Arturo Marelli (HELENA)

Scene: Gottfried Pilz (ROSENKAVALIER), Peter Pabst (ARIADNE), Achim Freyer (SALOME), Bernd Damovsky (CASSANDRA/ELEKTRA), Marco Arturo Marelli (HELENA)

Costumi: Isabel Ines Glathar (ROSENKAVALIER), Falk Bauer (ARIADNE), Achim Freyer (SALOME), Bernd Damovsky (CASSANDRA/ELEKTRA), Dagmar Niefind (HELENA)

Coreografo: Marco Santi (ARIADNE)

Orchestra: Orchester der Deutschen Oper Berlin

Direttore: Peter Schneider (DER ROSENKAVALIER), Jacques Lacombe (ARIADNE), Ulf Schirmer (SALOME), Kazushi Ono (CASSANDRA/ELEKTRA), Andrew Litton (HELENA)

Coro: Chor der Deutschen Oper Berlin

Maestro Coro: William Spaulding

Luci: Manfred Voss (ARIADNE)

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Torino: Frizza sul podio e regia di Maestrini

classica

I poco noti mottetti e i semisconosciuti versetti diretti da Flavio Colusso a Sant’Apollinare, dove Carissimi fu maestro di cappella per quasi mezzo secolo

classica

Arte concert propone l’opera Melancholia di Mikael Karlsson tratta dal film omonimo di Lars von Trier presentata con successo a Stoccolma nello scorso autunno