Parigi, “Così fan tutte” allo Châtelet secondo Tcherniakov

Sul podio Christophe Rousset alla guida dei suoi Talens Lyriques

Così fan tutte (foto Thomas Amouroux)
Così fan tutte (foto Thomas Amouroux)
Recensione
classica
Parigi, Théâtre du Châtelet
Così fan tutte
02 Febbraio 2024 - 22 Febbraio 2024

Arriva a Parigi, dopo essere stata tanto discussa la scorsa estate al Festival d’Aix-en-Provence, la versione “matura” di Così fan tutte di Dmitri Tcherniakov che porta in scena coppie di cinquantenni. Gli interpreti sono gli stessi, tranne per il ruolo di Despina adesso affidato a Patricia Petibon, e sul podio c’è stavolta il maestro Christophe Rousset a dirigere i suoi Talens Lyriques che si fanno subito ammirare per le sonorità antiche che contraddistinguono i loro strumenti. Ma l’esecuzione musicale soffre delle pause ulteriori inserite da Tcherniakov, quali momenti di attesa e riflessione al servizio della nuova drammaturgia, con la partitura di Mozart che perde sempre più mordente ed i musicisti concentrazione. Volendo attualizzare, invece di proporre giovani d’oggi, il regista ha pensato di far arrivare in un albergo di lusso, gestito da Don Alfonso e Despina, due coppie che si prestano al gioco dei travestimenti e degli scambi, ed in scena non è più protagonista l’ingenuità della gioventù, ma la disillusione più amara della mezza età. Le scene più buffe, compreso l’intervento di Despina travestita da medico oppure il finto avvelenamento dei due uomini, qui frutto di puro cinismo e di travestimenti deliberati per provare ancora qualche emozione, non fanno più ridere ma semmai attristiscono ancora di più. Una lettura che cozza con le parole del libretto e fa rimpiangere l’originale di Da Ponte.

Così fan tutte (foto Thomas Amouroux)
Così fan tutte (foto Thomas Amouroux)

L’allestimento di Tcherniakov, che cura anche le scenografie, propone comunque uno spettacolo sofisticato da vedere, eleganti e appropriati alla nuova storia anche gli abiti della costumista Elena Zaytseva, ma con molte scelte registiche poco chiare od efficaci, ad esempio gli uomini messi seduti a guardare il muro quando dovrebbero essere fuori scena, mentre il coro, il bravo Stella Maris preparato da Olivier Bardot, è tenuto nascosto. In aggiunta alla raffinatezza visiva, altro elemento forte dello spettacolo è la bravura degli interpreti. Oltre la già citata Patricia Petibon, soprano di coloratura che come Despina conferma anche le sue straordinarie doti di comédienne, spontanea e un po’ svampita, qui moglie di un maschilista Don Alfonso che la maltratta, quest’ultimo interpretato dal baritono basso Georg Nigl, gli altri interpreti sono il soprano Agneta Eichenholz come Fiordiligi, il mezzo tedesco Claudia Mahnke come Dorabella, il tenore Rainer Trost è Ferrando, il baritono Russell Braun è Guglielmo. Dopo avere interpretato questi ruoli in gioventù, adesso li ripropongo con le capacità di un’età più avanzata e ciò è funzionale all’interpretazione dell’opera da parte di Tcherniakov. E se manca qualche prodezza vocale, tutti danno un’esemplare lezione d’interpretazione e tutti hanno una curatissima dizione italiana. Molto commovente in particolare Rainer Trost nella sua aria “Tradito, schernito”, davvero molto sofferta e toccante.  La ripresa di Così fan tutte è stata infine anche l’occasione per il Théâtre du Châtelet di testare, in linea con la sua politica d’inclusività, un nuovo dispositivo di occhiali connessi che consente di visualizzare i sottotitoli direttamente sulle lenti o di ascoltare la loro lettura, dispositivi un po’ scomodi ma che possono essere utili alle persone che non vedono o sentono bene.

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