A Châtelet l’Hamlet/Fantômes contemporaneo di Serebrennikov
Musica di Blaise Ubaldini
17 ottobre 2025 • 4 minuti di lettura
Parigi, Théâtre du Châtelet
Hamlet/Fantômes
07/10/2025 - 19/10/2025Il russo Kirill Serebrennikov è affascinato dal teatro totale, libero, senza barriere di generi e senza codici da rispettare, e la sua rilettura dell’Amleto di Shakespeare per il Théâtre du Châtelet di Parigi ne è un esempio riuscito sopratutto dal punto di vista dell’allestimento, con idee fresche e belle a vedersi, per la musica di Blaise Ubaldini integrata al testo con cura certosina ed efficacia, meno per la parte drammaturgica appesantita da un’eccessiva verbosità e stratificazione di piste di significato anche politiche e di rivendicazioni sociali. Si parla di Gaza e dei gilet gialli, quanto di amore, sete di vendetta e brama di potere. Ma senza dubbio un lavoro esemplare di teatro musicale contemporaneo, che mescola testo e musica, recitazione, canto e danza, proiezioni di foto e video anche in presa diretta, un intreccio pure di lingue perché si passa dall’inglese al francese, dal tedesco al russo. In dieci scene, in una narrazione volutamente frammentata perché tutti conosciamo la storia di Amleto, otto attori incarnano il protagonista in modo diverso, da punti di vista differenti, anche da quello della fidanzata Ofelia, oppure di Sarah Bernhardt che si considerava la migliore interprete del personaggio. In un elegante salone, dagli succhi bianchi e arredi dorati, di una casa abbandonata con il tetto sfondato e i mobili ricoperti da lenzuoli, e gli immancabili teschi sparsi ovunque, iniziano le riflessioni, il gioco delle ipotesi con “e se…”, tra vomiti di sangue e mettersi letteralmente a nudo qui in modo assolutamente funzionale al testo. Si nota innanzitutto l’alta qualità delle luci, accese premendo l’interruttore del lampadario, e che poi imitano benissimo il chiarore del giorno che entra dalla grandi finestra, luci di Daniil Moskovich, E da subito si inizia ad apprezzare la parte musicale, commissionata dal Théâtre du Châtelet al compositore francese Blaise Ubaldini che mescola con naturalezza stile dissonante con citazioni classiche, popolari e jazz, colpi di cannone e batteria elettronica, una partitura altrettanto frammentata del testo ma che non potrebbe essere ad esso meglio integrata, non semplice musica di scena d’accompagnamento perché la musica fa avanzare lo spettacolo quanto la parte più propriamente teatrale, anzi l'Ensemble Intercontemporain che la esegue, gruppo fondato a Parigi nel 1987 da Pierre Boulez, è in parte chiamato ad eseguirla sul palco, è parte dell’azione scenica stessa. Nella scena dedicata alla Paura, interpretata da un Amleto nei panni di Dmitri Chostakovitch c’è anche l’esecuzione della Sonata per piano n. 2 in si minore, opus 64, del compositore russo. Sul podio, in alternanza dello stesso Pierre Bleuse che ha diretto le prime recite, noi abbiamo apprezzato la giovane e brava Yalda Zamani d’origini iraniane, dal perfetto tempismo ed equilibrio tra i suoni proposti. Quanto agli attori/cantanti/ballerini si nota innanzitutto il ruolo centrale di Bertrand de Roffignac, recentemente molto apprezzato nello stesso teatro nei panni del protagonista nel Peer Gynt con la regia d’Olivier Py, che ripropone qui il suo viso-maschera incentrato sugli occhi che strabuzzano ed altre espressioni esagerate, bravo ma un po’ limitato perché interpreta tutti i ruoli sempre allo stesso modo. Gli altri interpreti sono l’attrice Judith Chemla che qui sfodera il suo talento anche come cantante; l’attore tedesco August Diehl molto carismatico nella scena dedicata al rapporto con il Padre; si fa notare anche il russo Nikita Kukushkin dall’intensa, tormentata quanto ironica interpretazione, nella scene dedicata ad Amleto e la Morte con creazione in diretta di podcast motivazionale; attira l’attenzione anche la presenza del musicista Daniil Orlov che suona in scena la musica di Chostakovitch, parte ben interpretata dal giovane Filipp Avdeev; l’attore statunitense Odin Lund Biron è centrale invece nella scena dedicata a Amleto e la Regina; Shalva Nikvashvili vaga in maschera, corsetto, tacchi e tatuaggi; il bravissimo danzatore Kristian Mensa balla su coreografie di Konstantin Koval molto ispirate alle esibizioni in strada; c’è in scena il creatore digitale Frol Podlesnyl e non sono mai troppo invadenti i video ben curati di Ilya Shagalov. Il regista ha anche creato la sua penultima scena collettiva, Hamlet et les Hamlets, con la collaborazione di ChatGPT. Spettacolo molto ricco e complesso, forse un po’ troppo lungo benché duri poco più di tre ore con l’intervallo, di cui Serebrennikov non solo firma regia e testi, scenografia e bei costumi, ma anche è coproduttore in quanto Hamlet / Fantômes è una nuova produzione del Théâtre du Châtelet in coproduzione proprio con la compagnia Kirill&Friends.