Nasce l'Orchestra Barocca della Scarlatti

Il primo concerto alla Basilica di San Paolo Maggiore di Napoli

L'Orchestra Barocca Scarlatti (Foto de Luca)
L'Orchestra Barocca Scarlatti (Foto de Luca)
Recensione
classica
Basilica di San Paolo Maggiore di Napoli
Concerto Orchestra Barocca Scarlatti
12 Dicembre 2019

Tra novità e conferme, concerti di ricerca e riprese di titoli capolavoro, tra voci sperimentali e interpreti diventati ormai classici della scena musicale da camera, l’Associazione Alessandro Scarlatti lancia la sua nuova “Orchestra Barocca”, in equilibrio tra tradizione, passato (vedi l’Orchestra Scarlatti fondata nel 1949 da E. Gubitosi) e presente (vedi lo ScarlattiLab Barocco), in cui sono stati riuniti giovani artisti italiani ed europei specializzati nel repertorio barocco. 

Giovedì 12 dicembre alla Basilica di San Paolo Maggiore di Napoli l’Orchestra ha debuttato con l’Ensemble Vocale di Napoli, e quattro voci splendide - inscalfibili sul repertorio - in un programma natalizio di Cantate di Johann Sebastian Bach. Il tutto diretto da Leonardo Muzii. 

Apre il concerto la Cantata in Mi minore per soprano, flauto e archi “Ich habe genug” BWV 82, e la voce di Mariagrazia Schiavo esce calda con colore pieno, affondi compresi. Il soprano napoletano ha canto smagliante con timbro netto. Oltre il lirismo e la bellezza melodica la parte del flauto traverso, affidata a Tommaso Rossi. Ma è la squadra tutta degli archi, che esasperano le differenze, creano i dialoghi e aiutano a montare la tensione della presentazione di Gesù al tempio. Scavati nella parola con tensione affettiva, e in contrasti che si sprigionano in pianissimo lontani ma centellinati, come in “Fallet sanft und selig zu!”. 

Massiccia e di sonorità penetranti suona la Cantata in Do maggiore per tromba, soprano, archi e continuo “Jauchzet Gott in allen Landen!” BWV 51. Dove il timbro diventa la forma che guida, separa e unisce pensieri, luoghi, sentimenti nel levare a Dio grida di gioia, Alleluia. Da un lato, la tromba di Andrea di Mario, mai corto di fiati, dal timbro soave, appena un po’ duro di attacchi; dall'altro ancora la Schiavo, coi fraseggi morbidi, di velluto e bravura, e profondi, si, ma solo se previsti. Controcorrente rispetto alle precedenti, la Cantata in Sol maggiore per soli, orchestra e coro “Süsser Trost, mein Jesus kömmt” BWV 151, meno irruenta: Muzii ne affronta i recitativi ed il breve corale con contrasti timbrici, velocità e sfumature e nelle parti strumentali enfatizza le linee scure dell'orchestra spesso in contrasto con il colore dell’oboe d’amore di Miriam Jorde. Protagonisti anche il contralto Antonia Salzano, attenta alle formule della retorica, ma da plasmare sul tedesco, ed il tenore Leopoldo Punziano, di speciale sensibilità e risorse espressive quando dà forma alla voce in Du Teurer Gottessohn

Il concerto si conclude con la Cantata BWV 122, “Das Neugeborne Kinderlein” su polifonie di grande complessità. Non manca l'incisività del basso, Giuseppe Naviglio, che si rivolge ai peccatori e col coro sullo sfondo dai begli impasti, non immacolato nell'intonazione, è sempre prudente. La “ricreazione” di un’orchestra stabile dell’Associazione Scarlatti con il lavoro degli ultimi anni, restituisce ciò che a Napoli non vedevamo più: un vero progetto musicale, costruito, mirato, ma anche un'idea di cultura sperimentale, moderna, profonda che si basa su stili musicali per cui la città scopre identità originali, uniche. 

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