Mosè al giorno d'oggi

Rossini secondo Flimm e Muti a Salisburgo

Ildar Abdrazakov (Moïse). Foto: Clärchen Baus-Mattar & Matthias Baus
Ildar Abdrazakov (Moïse). Foto: Clärchen Baus-Mattar & Matthias Baus
Recensione
classica
Salzburg Festival (Festival di Salisburgo)
Gioachino Rossini
20 Agosto 2009
Di "gioco dei potenti", tema del Festival di Salisburgo 2009, di strehleriana memoria, certo si tratta nell'opera rossiniana. Sia riferendoci alla Parigi del 1827, non lontana dalla Rivoluzione, che all'oggi. Due religioni, due popoli si trovano a fronte in un dramma senza risposte. L'amore tra l'ebrea Anais ed il figlio del Faraone non puo' che soccombere all'ombra del conflitto tra i loro dei. I momenti corali sono il centro dell'"azione tragico-sacra" come originariamente la concepirono Rossini e Tottola a Napoli nel 1818. Dove la religione diviene immediatamente espressione politica di dominanti ed oppressi. La regìa di Flimm non sceglie un'attualizzazione facile. Pone domande, più che dare risposte. La sola certezza è che due popoli soffrono per la loro incapacità di dialogare. Il balletto viene letto in una serie di fortissime immagini che narrano le piaghe che Javeh fece soffrire agli Egizi per indurli a liberare gli Ebrei. Su uno schermo scorrono potenti le parole del Vecchio Testamento. Come non pensare ai nomi dei bambini uccisi nel museo di Yad Vashem, che nel silenzio fendono l'oscurità? Come Rossini dà pari forza alle voci di Osiride, Javeh e Mosè, così Muti e Flimm rispettano il senso profondo della tragedia senza vinti né vincitori veri. Tutto il cast è musicalmente ottimo. Nino Surguladze, Sinaide ed Eric Cutler, Amenofi, ci sono parsi scenicamente i più consapevoli. Muti, in splendida sintonia con I Wiener e con l'intenso Coro dell'Opera di Vienna, emoziona profondamente tanto nelle parti corali, quanto nell'intimità dei recitativi e delle scene solistiche. La visionarietà rossiniana che anticipa Otello e Nabucco e la storia stessa del Risorgimento è letta dal direttore con magistrale sensibilità.

Interpreti: Ildar Abdrazakov,Moise,Nicola Alaimo, Faraone;Eric Cutler,Amenofi;Marina Rebeka, Anai;Nino Surguladze,Sinaide;Juan Francisco Gatell,Eliezer;Barbara Di Castri, Marie;Alexey Tikhominov,Osiride;Saverio Fiore, Aufide,Ante Jerkunica, Voce dal Cielo

Regia: Juergen Flimm

Scene: Ferdinand Woegerbauer

Costumi: Birgit Hutter

Coreografo: Catharina Luehr

Orchestra: Wiener Philarmoniker

Direttore: Riccardo Muti

Coro: Konzertvereinigung Wiener Staatsoperchor

Maestro Coro: Thomas Lang

Luci: Friedrich Rom

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