L'ispirazione religiosa di Poulenc

Il concerto interrotto per un incidente durante l'esecuzione di Dialogues des Carmélites

Recensione
classica
Accademia di Santa Cecilia Roma
12 Maggio 2014
La programmazione dell'Accademia di Santa Cecilia è molto prudente e la giustificazione è che bisogna riempire per tre repliche una sala di 2.800 posti. Ma forse il pubblico non è così privo di curiosità come lo si vuole rappresentare, se la sala non era affatto vuota per un programma interamente dedicato a un autore certamente non popolare come Poulenc. La spiegazione è che il pubblico romano ha imparato a conoscere e apprezzare questo compositore, in buona parte proprio per merito dell'attuale presidente dell'Accademia, che mette in programma le sue musiche con regolarità. La morale è chiara, per chi vuole capirla. Ha aperto il concerto lo Stabat Mater, che all'inizio degli anni Cinquanta poteva sembrare retrogrado e che ora appare fuori dal tempo, come si addice alla musica sacra: anche le disparate influenze (lo Stravinsky di diversi periodi, un po' di modalità gregoriana, un ricordo dei tempi giovanili del gruppo dei sei) sono amalgamate in una luce irreale. Forse è un po' artificioso sotto il profilo stilistico, ma è totalmente privo di retorica, quindi alla fine riesce a toccare sinceramente l'ascoltatore. Stéphane Denève chiaramente conosce bene e ama Poulenc e la voce di Hélène Guilmette è limpida e flessibile, ma un po' esile per una sala così grande. La seconda parte era dedicata a una selezione di Dialogues des Carmelites. Queste antologie generalmente non sono ben viste, ma nel caso specifico i quadri prescelti (il primo dell'opera, la morte della vecchia priora, l'addio tra Blanche e il fratello) giungono con tutta la loro forza drammatica anche così isolati dal contesto e danno anche un concentrato dell'intera opera, perché vi si ritrovano tutte le linee principali. A una maggiore completezza mancava un quadro, l'ultimo, che era in programma ma non è stato eseguito a causa di un incidente che poteva essere più grave: da un altezza di 12 o 15 metri una lampada è caduta sull'orchestra, ferendo un violinista, pare in modo non grave. Si è potuto comunque apprezzare l'ottimo lavoro di Denève con il coro e l'orchestra e il buon livello dei cantanti.

Interpreti: Hélène Guilmette, Karen Vourc'h, Monica Bacelli, Sylvie Brunet-Grupposo, Jean François Borras, Laurent Naouri, Michela Malagoli, Simonetta Pelacchi, Tiziana Pizzi, Carlo Napoletani

Orchestra: Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Direttore: Stéphane Denève

Coro: Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia

Maestro Coro: Ciro Visco

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