L'ispirazione religiosa di Poulenc
Il concerto interrotto per un incidente durante l'esecuzione di Dialogues des Carmélites
Recensione
classica
La programmazione dell'Accademia di Santa Cecilia è molto prudente e la giustificazione è che bisogna riempire per tre repliche una sala di 2.800 posti. Ma forse il pubblico non è così privo di curiosità come lo si vuole rappresentare, se la sala non era affatto vuota per un programma interamente dedicato a un autore certamente non popolare come Poulenc. La spiegazione è che il pubblico romano ha imparato a conoscere e apprezzare questo compositore, in buona parte proprio per merito dell'attuale presidente dell'Accademia, che mette in programma le sue musiche con regolarità. La morale è chiara, per chi vuole capirla. Ha aperto il concerto lo Stabat Mater, che all'inizio degli anni Cinquanta poteva sembrare retrogrado e che ora appare fuori dal tempo, come si addice alla musica sacra: anche le disparate influenze (lo Stravinsky di diversi periodi, un po' di modalità gregoriana, un ricordo dei tempi giovanili del gruppo dei sei) sono amalgamate in una luce irreale. Forse è un po' artificioso sotto il profilo stilistico, ma è totalmente privo di retorica, quindi alla fine riesce a toccare sinceramente l'ascoltatore. Stéphane Denève chiaramente conosce bene e ama Poulenc e la voce di Hélène Guilmette è limpida e flessibile, ma un po' esile per una sala così grande. La seconda parte era dedicata a una selezione di Dialogues des Carmelites. Queste antologie generalmente non sono ben viste, ma nel caso specifico i quadri prescelti (il primo dell'opera, la morte della vecchia priora, l'addio tra Blanche e il fratello) giungono con tutta la loro forza drammatica anche così isolati dal contesto e danno anche un concentrato dell'intera opera, perché vi si ritrovano tutte le linee principali. A una maggiore completezza mancava un quadro, l'ultimo, che era in programma ma non è stato eseguito a causa di un incidente che poteva essere più grave: da un altezza di 12 o 15 metri una lampada è caduta sull'orchestra, ferendo un violinista, pare in modo non grave. Si è potuto comunque apprezzare l'ottimo lavoro di Denève con il coro e l'orchestra e il buon livello dei cantanti.
Interpreti: Hélène Guilmette, Karen Vourc'h, Monica Bacelli, Sylvie Brunet-Grupposo, Jean François Borras, Laurent Naouri, Michela Malagoli, Simonetta Pelacchi, Tiziana Pizzi, Carlo Napoletani
Orchestra: Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Direttore: Stéphane Denève
Coro: Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Maestro Coro: Ciro Visco
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