Le delicate suggestioni di Simona Severini

La cantante milanese Simona Severini e la sua chitarra allo CSAC di Parma per Suoni in abbazia

Simona Severini
Foto Francesca Parenti
Recensione
pop
Suoni in Abbazia, CSAC
Simona Severini
16 Maggio 2018

Oasi delicata e intimista incastonata nell’ambito della rassegna Suoni in abbazia – organizzata in collaborazione con Associazione Culturale Rest-Art. e ospitata dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) dell’Università di Parma – il concerto di Simona Severini, realizzato con il patrocinio di FAI Giovani Delegazione di Parma, ha offerto un percorso di ascolto che ha attraversato stili ed epoche musicali lontane di secoli con la disinvolta consapevolezza di un approccio interpretativo libero e personale.

Posta al centro dell’abside della grande chiesa gotica che caratterizza la Certosa parmigiana, sede di questo luogo di ricerca dedicato alla comunicazione contemporanea, la cantante ha giocato, brano dopo brano, con la sua voce densamente espressiva, arricchendone il timbro con il riverbero generato da uno spazio suggestivo e originale. Già il titolo, “Delicato_solo”, scelto dalla cantante milanese suggerisce quel carattere raccolto che abbiamo ritrovato in una performance che ha miscelato melodie tratte da opere di Monteverdi o di Purcell ad atmosfere dal carattere folk, il tutto plasmato attraverso la vivace fantasia espressa dagli arrangiamenti scaturiti da un uso della chitarra fluido e variegato.

Simona Severini
Foto Francesca Parenti

Un carattere, quello rappresentato da questa libertà di lettura dei generi e degli stili, che è apparso l’elemento maggiormente riconducibile ad un approccio più vicino a un jazz inteso in senso lato, piuttosto che rintracciato attraverso stilemi espressivi più circostanziati.

Nel corso della sua esibizione la Severini ha attraversato repertori popular di diversa estrazione, toccando anche il panorama italiano offrendo, per esempio, una coinvolta interpretazione di “Futura” di Lucio Dalla, proponendo inoltre brani originali nei quali ha rivelato un’interessante chiave compositiva personale. 

Un percorso di ascolto seguito con attenzione dal pubblico raccolto attorno alla cantante, che ha chiuso il concerto con un’originale rilettura di “Blackbird” dei Beatles, suggellando così tra gli applausi una serata sicuramente suggestiva.

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