La vendetta di Ermione

Ermione fu nel 1819 il più grande smacco di Rossini e nel 1987 uno degli spettacoli meno felici del Rof: quest’edizione vendica quegli insuccessi

Recensione
classica
Rossini Opera Festival Pesaro
Gioacchino Rossini
13 Agosto 2008
Quest’ "azione tragica" è certamente splendida ma ancora oggi piuttosto ostica, non per la sua presunta rinuncia agli aspetti più consueti e accattivanti dello stile rossiniano a favore d'un severo tono tragico, ma perché i due diversi aspetti convivono e si alternano senza realmente fondersi. L’ascoltatore è costretto a una specie di continuo zapping tra il Rossini a lui noto e il Rossini sperimentale e inizialmente dimostra di essere più affezionato al primo, applaudendo soprattutto i fuochi d’artificio virtuosistici, come l’aria di Oreste, strepitosamente cantata da Antonino Siragusa. Ma alla fine è l’altro Rossini a vincere, facendosi sentire con sempre maggiore convinzione e vigore, fino alla straordinaria doppia grande scena della protagonista, che nella sua furente drammaticità supera d’un balzo ogni schema formale e stilistico, passando e ripassando liberamente dal canto melodico al declamato, con una tensione che inchioda l’ascoltatore, ipnotizzato anche dall’interpretazione infuocata e travolgente d’una Sonia Ganassi veramente superba. Bene anche gli altri protagonisti: Gregory Kunde si fa apprezzare al di là di un certo affaticamento vocale e Marianna Pizzolato è un’Andromaca ideale. Far convivere e conciliare i due diversi stili messi qui in campo da Rossini è compito soprattutto di Roberto Abbado, precisissimo nei ritmi vivaci, nei colori brillanti e nei dosatissimi crescendo del primo Rossini e assolutamente straordinario nel cogliere le novità del secondo. Suo cugino Daniele Abbado realizza una spettacolo apparentemente semplice, perfino statico, ma incisivo nel lumeggiare la psiche contorta dell’isterico Pirro, le atmosfere da incubo della sua corte trasportata agli anni intorno al 1940, la progressiva crescita del tragico furore di Ermione.

Note: Nuovo allestimento con la Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari

Interpreti: Sonia Ganassi, Marianna Pizzolato, Gregory Kunde, Antonino Siragusa, Ferdinand von Bothmer, Nicola Ulivieri, Irina Samoylova, Cristina Faus, Riccardo Botta

Regia: Daniele Abbado

Scene: Graziano Gregori

Costumi: Carla Teti

Orchestra: Orchestra del Teatro Comunale di Bologna

Direttore: Roberto Abbado

Coro: Coro da Camera di Praga

Maestro Coro: Jaroslav Brych

Luci: Guido Levi

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Bologna: il nuovo allestimento operistico dell’Orchestra Senzaspine ha debuttato al Teatro Duse

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo