La “Forza” della dignità

Al Regio di Parma si è aperta la stagione lirica con una discreta “Forza del destino”

Recensione
classica
Fondazione Teatro Regio di Parma Parma
Giuseppe Verdi
28 Gennaio 2011
In tempo di crisi, aprire a Parma una stagione lirica di tre titoli con un’opera come “La forza del destino” significa assecondare il gusto di un pubblico che nutre sempre grandi aspettative nei confronti di questa tradizione. Un dato che è stato confermato anche da questo nuovo allestimento che, al di là di qualche aggiustamento in dirittura d’arrivo (la sostituzione per indisposizione del tenore Francesco Hong con Aquiles Machado), ha sostanzialmente mantenuto le aspettative mettendo in primo piano una compagine vocale ben assortita, il cui carattere omogeneo ed equilibrato ha fatto da collante per l’intero percorso di ascolto lungo i quattro atti dell’opera. Dopo una sinfonia dove la direzione di Gelmetti imprimeva un carattere anonimo a un’orchestra timbricamente anodina, le sorti della rappresentazione hanno virato in direzione più positiva grazie alla presenza, oltre che del sempre affidabile coro di Faggiani, di Dimitra Theodossiou, che qui debuttava nel ruolo di Leonora e protagonista di un bel successo personale con tanto di richiesta di bis (non concesso), al Don Alvaro di Machado, anche lui al debutto in un ruolo restituito con efficace impegno, e alla solida esperienza di Vladimir Stoyanov (Don Carlo) e di Roberto Scandiuzzi (Padre Guardiano). Per il resto questo spettacolo – che proponeva l’edizione musicale critica dell’opera a cura di Philip Gossett e William Holmes, interessante dal punto di vista storico ma un poco appesantita sul piano dell’efficacia drammaturgica – si è risolto sulla scorta di una dignità di fondo che comprendeva anche la discreta e funzionale regia di Stefano Poda (sue anche scene, costumi, coreografie e luci), un poco contestato dal pubblico alla fine ma autore di una lettura astratta un poco cupa ma tutto sommato equilibrata.

Note: Foto di Roberto Ricci - Teatro Regio di Parma

Interpreti: Marchese di Calatrava ZIYAN ATFEH Donna Leonora DIMITRA THEODOSSIOU SUSANNA BRANCHINI (30) Don Carlo di Vargas VLADIMIR STOYANOV Don Alvaro AQUILES MACHADO Preziosilla MARIANA PENTCHEVA ANNUNZIATA VESTRI (30) Padre guardiano ROBERTO SCANDIUZZI RICCARDO ZANELLATO (30) Fra Melitone CARLO LEPORE Curra ADRIANA DI PAOLA Un alcade ALESSANDRO BIANCHINI Mastro Trabuco MYUNG HO KIM Un chirurgo GABRIELE BOLLETTA

Regia: STEFANO PODA

Scene: STEFANO PODA

Costumi: STEFANO PODA

Coreografo: STEFANO PODA

Orchestra: ORCHESTRA DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Direttore: GIANLUIGI GELMETTI

Coro: CORO DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Maestro Coro: MARTINO FAGGIANI

Luci: STEFANO PODA

Se hai letto questa recensione, ti potrebbero interessare anche

classica

Successo per Beethoven trascritto da Liszt al Lucca Classica Music Festival

classica

Non una sorta di bambino prodigio ma un direttore d’orchestra già maturo, che sa quello che vuole e come ottenerlo

classica

Napoli: per il Maggio della Musica