Koopman: più che una Passione, una beatitudine

Ton Koopman inaugura il Bologna Festival 2018 con la Johannes-Passion di Bach

Johannes-Passion di Bach, Bologna Festival
Foto di Roberto Serra
Recensione
classica
Teatro Manzoni, Bologna Festival
Johannes-Passion
28 Marzo 2018

Benedetta la Settimana Santa, che fa volgere l’attenzione delle istituzioni concertistiche italiane sulla grande musica sacra, solitamente negletta. Nella sola Bologna, in 48 ore si potevano sentire (non senza spiacevoli sovrapposizioni) la Petite messe di Rossini e gli Stabat mater di Haydn e di Dvořak con forze locali, e la Passione secondo Giovanni di Bach con l’Amsterdam Baroque Orchestra & Choir di Ton Koopman che ha inaugurato il Bologna Festival 2018: una scorpacciata di armonie spirituali!

Sono incredibilmente trascorsi 40 anni da quando Koopman venne alla ribalta con il suo gruppo strumentale, quasi in punta di piedi fra i vari Richter, Corboz, Gardiner, Leonhardt, Harnoncourt che proponevano i loro Bach con modalità diverse. Il suono di Koopman era il più secco, il meno baroccheggiante (“no frills”): con la prospettiva odierna, il più moderno.

La sua Passione bachiana di ieri sera (quella giovannea, più leggera, meno monumentale) è scorsa come acqua di un fresco ruscello per due ore senza intervallo: quasi un rito di purificazione. Tempi sempre serrati ma senza eccessi, strumenti “antichi” intonatissimi (ancora una rarità, pur dopo anni di sperimentazione), con il liutista (Mike Fentross) capace di far sentire il suono dello strumento emergente fra gli altri (un’altra rarità), e i solisti vocali di altissima qualità. Eccezionale il tenore evangelista Tilman Lichdi, per l’espressività che imprime ai suoi scarni recitativi. Il basso Klaus Mertens (Gesù), che è una colonna portante della prima ora nel Bach di Koopman, a 70 anni esibisce ancora il fascino vocale di sempre. Molto interessante anche il soprano Yetzabel Arias Fernandez, che apporta un tocco di latinità vocale a dispetto di certa fissità negli acuti, e fin il controtenore Maarten Engeltjes fa la sua bella figura (ma perché privarsi dello splendore timbrico di un contralto femminile?).

Pubblico concentrato e silenziosissimo come di rado a Bologna e ripresa di RadioTre per una maggiore diffusione dell’evento.

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