Il trio smagliante di Argerich, Jansen e Maisky
Successo alla Scala per Martha Argerich, Janine Jansen e Mischa Maisky in trio con brani di Haydn, Mendelssohn e Šostakovč
Il ciclo dei Concerti Straordinari della Scala non poteva iniziare in modo più straordinario di così, con Martha Argerich, Janine Jansen, Mischa Maisky per il Trio n. 39 di Haydn, il Trio n. 2 di Šostakovč, il Trio n. 1 di Mendelssohn-Bartholdy.
Sala piena zeppa ed esecuzione smagliante, perfino vigorosa, forse non del tutto consona a Haydn (specie nel sognante Poco Adagio), ma impressionante con Šostakovič. Il terzo e il quarto movimento, giustamente eseguiti senza soluzione di continuità, sono risultati di rara intensità.
La estenuante cupezza del Largo, quasi una lugubre liturgia, si è trasfigurata nella crudele danza macabra dell'Allegretto suggerendo immagini di morte, di guerra, di campi di sterminio che ossessionavano all'epoca il compositore, ma che purtroppo sono diventati anche per noi di attualità.
Al di fuori dell'esecuzione ammirevole, l'ascolto è stato davvero coinvolgente. Né è bastato il Trio di Mendelssohn a stemperarne l'effetto, con la romanza senza parole dell'Andante e la spensierata danza degli elfi dello Scherzo.
L'accoglienza del pubblico è stata calorosissima, con interminabili ovazioni a fine serata, ricambiate con due bis: l'Andante del Trio n. 1 di Schubert e un secondo brano che chi scrive non è stato in grado d'identificare.
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Apprezzate le prove di Chailly, Netrebko, Tézier e del coro, interessante ma ripetitiva la regia di Muscato