Il ritorno di Barenboim alla Scala
Successo per il concerto inaugurale della stagione sinfonica
18 novembre 2025 • 2 minuti di lettura
Milano, Teatro alla Scala
Barenboim alla Scala
17/11/2025 - 22/11/2025Il concerto inaugurale della stagione sinfonica della Scala con la Filarmonica ha reso un meritato omaggio a Daniel Barenboim, che col Piermarini ha uno legame storico: Maestro Scaligero dal 2007 al 2011 e di seguito Direttore Musicale fino al 2014. Al Piermarini Barenboim è sempre tornato come alla sua "seconda casa", lo scorso anno per il Giorno della Memoria (27 gennaio) con la Pastorale e ieri sera per un doppio impegno beethoveniano, il Concerto per violino (solista Lisa Batiashvili) e la Quinta sinfonia. L'età avanzata e gli acciacchi accumulati negli anni ne hanno fatto una figura fragile, quasi titubante mentre sale sul podio e si sistema con difficoltà sul seggiolino, ma un attimo dopo tutto cambia. Se il gesto è ridotto ai minimi termini, il risultato è a dir poco stupefacente, grazie al solido rapporto con l'organico che gli è da tempo affezionato. Entra in gioco una sorta di alchimia, fatta di professionalità ad alto livello, di stima reciproca fra direttore e orchestrali, di affetti incrociati. Qualcosa che esula dall'esecuzione, dai parametri del giudizio critico, perché ha a che fare solo con la vita stessa della musica, del suonare insieme, di cui si può solo prendere atto e rimanere commossi.
Oltre a tutto questo, il concerto per violino di Beethoven ha avuto complice la georgiana Lisa Batiashvili col suo Guarnieri del Gesù, dotata di una tecnica impeccabile, capace di analizzare ogni momento con estrema lucidità e quel tanto di distacco che le impedisce di atteggiarsi a violinista, eppure con generosa partecipazione quando la melodia lo richiede. Da manuale alcuni momenti del secondo tempo quando il dialogo coi fiati raggiunge l'estrema delicatezza o la carica vitale del Rondò. Al termine gli applausi sono stati equamente divisi con Barenboim, dopo di che Lisa Batiashvili ha regalato come bis il Secondo movimento della Terza Suite per orchestra di J.S. Bach con alcuni archi della Filarmonica.
Quanto alla Quinta di Beethoven, non ci sono state ulteriori sorprese perché l'intesa fra Barenboim e la Filarmonica è totale, pieni orchestrali massicci dai contorni precisi, estrema duttilità dei fiati. Il lucido impegno dell'anziano direttore lo si è anche visto quando di tanto in tanto si è alzato in piedi con una carica d'energia, mai sopita. A fine serata ovazioni interminabili e calorosissime, col maestro visibilmente commosso. Il rituale sarebbe di certo durato molto più a lungo se non l'avesse affaticato il tornare ripetutamente sul palco.