Gli amori di Cavalli

Successo "Gli amori di Apollo e Dafne" al Teatro di Corte di Copenhagen

Recensione
classica
Teatermuseet, Copenhagen (Danimarca)
16 Febbraio 2014
Nel suggestivo Teatro di Corte del Palazzo Reale è andata in scena l’opera di Cavalli su libretto di Busenello "Gli amori di Apollo e Dafne", rappresentata per la prima volta a Venezia nel 1640. La ripresa è stata possibile grazie ad un articolato progetto del Nordik Network for Early Opera coordinato da Bjorn Ross, direttore del Festival Rinascimentale di Copenhagen, in collaborazione col gruppo di studio “Performing Premodernity” dell’ Università di Stoccolma, abbinata ad un convegno di studi. L’opera di Cavalli, suddivisa in tre atti (gli ultimi due accorpati a Copenhagen) preceduti da prologo, narra degli amori terreni e divini di tre coppie di amanti intrecciati in una trama complessa tratta dalle Metamorfosi di Ovidio. La scelta registica, elegante ed essenziale, è improntata sulle diverse psicologie dei personaggi e gioca sulla rotazione degli stessi cantanti in più ruoli, come avveniva nel Seicento grazie alla loro capacità attoriale. Ben calibrata l’esecuzione musicale, diretta al cembalo da Benjamin Bayl, del gruppo strumentale specializzato nel repertorio barocco che ha prodotto un sound convincente ben sostenendo le voci: quella estesa e malleabile di Mathias Hedegaard (Apollo e altri quattro ruoli), quella evanescente ma in stile di Xenia Lach-Nielsen, nota cantante pop danese prestata al barocco (Dafne e altri due), fino alla figura camaleontica e di forte impatto scenico di Martin Vanberg (Pan e Sonno, tra i ruoli più indovinati); aggraziata la resa in Amore di Teresia Bokor e adeguata quella di Lise-Lotte Nielsen (Venere e Filena). Tutta l’opera è stata cantata in danese, con libretto tradotto dal regista Tessing Schneider. Successo di pubblico che non possiamo non condividere soprattutto per l'originalità e la correttezza esecutiva.

Interpreti: Xenia Lach-Nielsen: Aurora, Daphne, Procris Mathias Hedegaard: Morpheus, Gamle Kyrilla, Apollo, Kephalus, Tithonus Martin Vanberg: Somnus, Alphoesiboeus, Pan, Shepherd Lise-Lotte Nielsen: Venus, Philena, Muse Erlend Tyrmi: Panthus, Jupeter, Peneius, Shepherd Teresia Bokor: Itathon, Amor, Nymph, Muse Anna Maria Wierød: Muse, Nymph

Regia: Magnus Tessing Schneider

Scene: Björn Ross

Costumi: Gøje Rostrup

Coreografo: Birgitte Bauer-Nielsen

Orchestra: Benjamin Bayl: clavicembalo/organo

Direttore: Benjamin Bayl

Luci: Lars Egegaard Sørensen

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