Concluso il Festival di musica antica di Bruges dedicato all’immaginario femminile

La manifestazione si è svolta dal 3 al 12 agosto

International Competition MA Bruges
International Competition MA Bruges
Recensione
classica
Bruges
Festival MA di Bruges
03 Agosto 2018 - 12 Agosto 2018


Il Festival MA di Bruges è stato inaugurato la sera del 3 agosto dall’Ensemble Le Caravaserail diretto da Bertrand Cuiller che ha eseguito il Rinaldo  di Handel in forma di concerto, e il giorno seguente si sono svolti tre concerti definiti Harpsichord Happening. Il primo di Carole Cerasi, intitolato Portraits of a Lady e perfettamente consono all’immaginario evocato dal programma di queste edizione, ha messo a confronto due suite e una toccata di Elisabeth Jacquet de La Guerre, clavicembalista e compositrice francese  attiva tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, con alcune composizioni di François Couperin tratte dai suoi differenti ordres e tutte intitolate a personaggi femminili. Il programma intenso e impegnativo ha aperto la strada alla celebrazione dello strumento il cui suono ha il potere di creare una dimensione di affascinante  musicalità atemporale. Il secondo evento proposto da Skip Sempé ha reso omaggio a Wanda Landowska, la pioniera della moderna rinascita dello strumento, attraverso una sorta di personale antologia delle composizioni di autori attivi tra il Seicento e il Novecento da lei interpretate e registrate nel corso della sua carriera. Sempé ha raccontato alcuni aneddoti relativi alla musicista che amava ripetere “la mia acustica è la mia audience” e dopo aver suonato su una copia di un cembalo francese Taskin del 1769, e quella di un virginale fiammingo Ruckers del Seicento, già utilizzati nel concerto precedente da Carole Cerasi, si è diretto verso il terzo strumento strettamente legato alla clavicembalista polacca: un esemplare originale del ‘Grand modèle de concert’ costruito con la sua collaborazione dalla fabbrica Pleyel a partire dal 1912. Dopo avere ascoltato i due strumenti storici, per via del timbro ricco e possente e della grande quantità di armonici e dei suoni prolungati sembrava quasi di sentire un organo, ed è stato sorprendente scoprire i cambiamenti di registro per ogni brano suonato nell’ultima parte di questo concerto. Osservandolo superficialmente sia per il mobile che per la presenza di tasti bianchi e neri e dei sette pedali lo si sarebbe potuto scambiare per un antico pianoforte, ma oggi nessuno potrebbe immaginare di suonare la musica barocca su uno strumento del genere. La giornata dedicata al cembalo si è conclusa con un concerto dell’eccellente ensemble Nevermind composto da quattro giovani musicisti, Anna Besson, Louis Creac’h, Robin Pharo e Jean Rondeau, nel quale è risuonata la musica barocca francese che è stata la protagonista assoluta del famoso concorso di Bruges. 
            
A proposito di clavicembalo il 1° agosto oltre una sessantina di giovani provenienti da diversi paesi del mondo si sono presentati per partecipare alla International Competition Musica Antiqua 2018 che ogni tre anni viene dedicata al clavicembalo. Le preselezioni si sono svolte per quattro giorni, e il 6 agosto si è svolta la semifinale nella quale erano presenti ben cinque musicisti italiani su un totale di quindici partecipanti. Un buon segno confermato dalla ammissione di tre di loro alla prova finale che si è svolta nella sala grande del Concertgebouw, con l’ottimo risultato del primo posto per il trentenne Andrea Buccarella, del terzo posto per il ventiduenne  Cristiano Gaudio, e della menzione speciale ed il premio del pubblico per la ventottenne Rossella Policardo, in una equilibrata distribuzione geografica, poiché il primo musicista è romano, il secondo veneto, di Bassano del Grappa, e la terza palermitana. Dopo la proclamazione dei risultati del concorso, dalle loro parole oltre a trapelare l’emozione e la felicità per i risultati conseguiti, si poteva cogliere anche lo spirito e il clima solidale di questa importante competizione che ha riunito un grande numero di giovani, tra i quali per la prima volta una candidata cinese ed un fratello e sorella messicani.
      
La giura era composta da cinque personalità di grande prestigio che rappresentano scuole e orientamenti diversi. Johan Huys membro della giura dal 1977 e suo presidente dal 1981, rappresenta la memoria storica di questo concorso, mentre Carole Cerasi, che insegna alla Royal Academy of Music di Londra, e Andrea Marcon che insegna alla Schola Cantorum di Basilea, lo hanno rispettivamente vinto  verso la metà degli anni Ottanta, prima di diventarne giurati. L’aspetto più divertente riguarda Skip Sempé che da giovane aveva tentato due volte di vincerlo, nel 1980 e poi di nuovo nel 1983, senza riuscire neppure ad entrare in semifinale, e poi ironia della sorte è stato chiamato a far parte della giuria nel 2012 prendendo il posto di Gustav Leonhardt, uno dei suoi primi e più prestigiosi componenti. Dunque non è detta l’ultima parola per Marco Crosetto e Giulia Ricci che non sono riusciti ad andare oltre la ammissione alla prova semifinale. Questa prevedeva l’esecuzione obbligatoria di un brano dal secondo volume del Clavicembalo ben temperato di Bach, e una serie di brani che comprendeva composizioni di William Byrd, Louis e François Couperin, Michelangelo Rossi e la libera scelta di una pagina di un autore della seconda metà del Settecento. Nel punteggio totale la prova della semifinale  valeva il trenta percento, ed il restante settanta è stato attribuito facendo suonare ai cinque concorrenti un programma uguale per tutti nel quale oltre a François Couperin e Jean-Philippe Rameau era presente anche una interessante composizione, dal titolo magrittiano Ceci n’est pas une passacaille, mai eseguita prima e scritta dal presidente della giuria Johan Huys appositamente per il concorso. 
           
Il cembalo è stato protagonista anche dell’elegante e intelligente concerto di Catalina Vicens, dedicato alle musiche rinascimentali italiane e inglesi con al centro un particolare tipo di virginale dal timbro insolito, un muselaar fiammingo  ‘Moeder en Kind’ (madre e figlio), costituito da uno strumento grande nel quale è incassato uno strumento simile più piccolo che si estrae e si può suonare autonomamente, o perfettamente sovrapposto a quello grande e azionato dalla sua tastiera. La passione di Catalina Vicens per gli strumenti storici si è percepita anche dal racconto svolto durante il suo concerto, e alla fine il pubblico si è avvicinato per osservare attentamente i cembali, che erano presenti anche nella Fiera allestita negli ampi foyer del Concertgebouw; tra questi spiccavano quelli costruiti da due cembalare venete, Carla Frezzato e Cinzia di Mattia (http://www.meccanicatemperata.com/) che operano in un universo quasi esclusivamente di dominio maschile e che ben figuravano in questa edizione muliebre.
                  
Il Concertgebouw, il moderno e imponente edificio inaugurato nel 2002 – l’anno in cui  Bruges è stata Capitale Europea della Cultura – dove la musica antica è di casa anche nel resto dell’anno e che ospita gli uffici del Festival e ne cooproduce il primo e ultimo concerto, è il quartier generale della manifestazione. Ma parte del suo  programma si è svolto anche in alcune chiese di Bruges e in quella di Lissewege, il piccolo villaggio poco distante dalla città fiamminga. Qui il gruppo vocale Canto LX e quello strumentale Ensemble de la Chapelle Saint-Marc diretti da Mark Agsteribbe hanno eseguito l’Oratorio per la Settimana Santa di Luigi Rossi del 1640, scelto per esaltare la figura femminile della Madonna, poiché nella seconda parte del suo libretto la Vergine vi ha un ruolo di grande rilievo. Nel testo di presentazione si ricorda che si tratta del primo oratorio dedicato al tema della Passione e dunque il più antico predecessore dei due capolavori di Bach, e che presenta alcune reminiscenze dell’Orfeo monteverdiano. Più che dal punto di vista musicale, con la sua lunga serie di recitativi seguiti da ariosi e da brevissime arie questo oratorio colpisce per l’originalità della sua struttura che non segue fedelmente il racconto evangelico, ma tratta il tema della Passione in modo originale e stilizzato, concentrandosi sul dialogo tra Pilato e la Turba che chiede a grande voce di crocifiggere Gesù, con il Demonio e il Coro dei Demoni che esultano per la condanna di Gesù e la Vergine che lamenta il suo dolore per la morte del Figlio. 
             
Tra i concerti che hanno riscosso particolare successo va ricordato quello dedicato al masque di John Blow Venus and Adonis, eseguito dall’ensemble Theatre of the Ayre diretto da Elizabeth Kenny con la partecipazione del Coro di voci bianche dell’Opera Fiamminga diretto da Hendrick Derolez che si è svolto a Lissewege, e un altro oratorio, Adamo ed Eva di Josef Mysliveček proposto dall’ensemble Il Gardellino diretto da Peter van Heyghen, presentato nella bella Chiesa di San Giacomo che si trova nel centro della città. L’originale opera dell’avventuroso compositore praghese venne rappresentata per la prima volta a Firenze nel 1770 ed è stata riproposta per la prima volta in epoca moderna rivelando una scrittura orchestrale e vocale di qualità e ricca di virtuosismi. La struttura del suo libretto è interamente ed esclusivamente costruita sui dialoghi tra Adamo ed Eva e l’Angelo di Giustizia e l’Angelo di Misericordia, ed è priva della parte del narratore, il Testo, che è tradizionalmente  presente negli oratori, con le parti rispettivamente affidate ai quattro cantanti solisti Valerio Contaldo, Luciana Mancini, Roberta Mameli e Alice Rossi. Grande successo anche per le cantate francesi di Louis-Nicolas Clérambault eseguite da Reinoud Van Mechelen e il suo ensemble A Nocte Temporis nella Chiesa di Sant’Anna, grazie all’intensa interpretazione di Pirame et Tisbé, che descrive gli affetti della tragica vicenda dei due sfortunati amanti originariamente ritratti nelle Metamorfosi di Ovidio e in fonti successive.
                 
La presenza italiana nel Festival si è distinta grazie anche alla raffinatezza e alla accuratezza dell’ensemble La Fonte Musica diretto da Michele Pasotti, che ha eseguito un concerto idealmente ispirato a La Cité des Dames di Christine de Pizan (ca. 1364-1430), costruito attraverso un gioco di rimandi simbolici poetico-musicali tesi ad evocare alcune delle figure femminili ritratte dalla poetessa e scrittrice, come Diana, Circe, Arianna, Callisto e la Vergine Maria, attraverso musiche del Trecento e del Quattrocento. Dopo altri concerti che si sono svolti nel corso della settimana, alla veglia dell’itinerario ciclistico con le sue interessanti e originali tappe musicali poste a fine  festival, l’esecuzione dell’ode Hail! Bright Cecilia di Purcell, preceduta dall’oratorio Caecilia Virgo et Martyr di Charpentier fatta dall’Ensemble Correspondances diretto da Sébastien Daucé ha rappresentato la solenne e grandiosa esaltazione della santa protettrice dei musici che ha degnamente perfezionato la galleria di figure femminili celebrate da questa edizione.
                              


 

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