La Metropolitan Opera non paga

Dopo la sospensione dell’attività il Met di New York invoca la causa di forza maggiore per sospendere lo stipendio a dipendenti e artisti

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Met New York - Coronavirus

Dopo la chiusura per coronavirus, la Metropolitan opera annuncia la fine anticipata della stagione, inizialmente prevista per il 9 maggio: «È straziante dover chiudere il Met» ha dichiarato il direttore generale Peter Gelb. «È uno dei rari casi nei quali semplicemente “the show cannot go on”. Esprimiamo il nostro ringraziamento al nostro pubblico fedele e stiamo facendo del nostro meglio per dare sostegno ai nostri dipendenti in questi tempi straordinariamente difficili».

Intanto però orchestrali e coristi del Met hanno ricevuto l’avviso che non riceveranno più lo stipendio a partire dal 12 marzo, anche se l’assicurazione sanitaria continuerà a essere pagata dal teatro. La ragione è la clausola di forza maggiore (“force majeur”) prevista nel contratto collettivo dell’AGMA, il sindacato degli artisti operanti nel settore lirico, dei coristi e della danza, ma finora mai utilizzata. L’epidemia è effettivamente una delle condizioni elencate nella clausola contrattuale di “force majeur” accanto a decisioni o leggi di autorità pubbliche, impedimenti lavorativi, tumulti, condizioni meteorologiche inclementi, sciopero, interruzione o ritardi nei trasporti. 

Fa riferimento alla clausola di forza maggiore anche Diane Zola, assistente di Peter Gelb, nel messaggio, in cui comunica che il Met non intende onorare gli impegni contrattuali nei confronti degli artisti le cui esibizioni non avranno luogo a seguito della chiusura del teatro. «Poiché la chiusura del Met per tutelare la salute pubblica è una causa di forza maggiore, obblighi di pagamento e le altre condizioni stipulate nell’accordo collettivo non si applicano finché persistono le condizioni di forza maggiore» recita il messaggio. «Considerata la rapida evoluzione del Covid-19 a livello internazionale, vi ringraziamo per la comprensione. Il vostro benessere e la vostra salute sono di estrema importanza per la Metropolitan Opera e vi esprimiamo i nostri migliori auspici per forza e salute». 

La forza maggiore, tuttavia, ha effetti più limitati sui dirigenti amministrativi del teatro, che comunque hanno accettato una riduzione di stipendio, mentre Peter Gelb ha fatto sapere che rinuncerà interamente al suo compenso. 

Grande è la preoccupazione per la decisione del più importante teatro lirico americano per le ripercussioni sulle vite di molti lavoratori del comparto culturale degli Stati Uniti ma non solo, come confermano varie istituzioni musicali in Canada e Australia, che hanno preso decisioni simili. Molte eccezioni fortunatamente esistono: non sono poche le organizzazioni musicali negli Stati Uniti che hanno annunciato di non voler applicare la clausola di forza maggiore per dare sostegno agli artisti danneggiati dallo scoppio della pandemia. Fra queste, il Chicago Opera Theatre, Houston Grand Opera e Opera San Jose oltre a numerosi teatri lirici e associazioni corali. 

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