Bologna Festival omaggia Alessandro Scarlatti
La 44esima Stagione fino al 30 ottobre indaga “Il Nuovo, l’Antico e l’Altrove”
07 ottobre 2025 • 2 minuti di lettura
Bologna Festival presenta la nuova stagione della fortunata rassegna de Il Nuovo, l’Antico, l’Altrove, fulcro di una ricerca costante di nuovi stimoli musicali oltre le frontiere di spazio e tempo, quest’anno impreziosita da una prima esecuzione in tempi moderni di un ritrovamento di Alessandro Scarlatti in occasione del trecentenario del grande siciliano, da una delle rarissime occasioni italiane per godere del progetto parigino An Experiment with Time, un’incursione nelle arti visive del Barocco e dalla prima esecuzione assoluta della commissione di Bologna Festival e Ferrara Musica alla compositrice Daniela Terranova.
Il tutto in luoghi di grande fascino e radicamento nella cultura visuale bolognese come l’Oratorio di San Filippo Neri, la Chiesa di Santa Cristina della Fondazza e la Sala delle Ciminiere del MAMbo.
Avviata lo scorso 18 settembre, la rassegna dopo i primi appuntamento prosegue l’8 ottobre con mdi ensemble, specializzato da sempre in repertorio contemporaneo, che propone un dialogo tra Debussy e la compositrice Daniela Terranova, presente con la sua nuova composizione per quartetto d’archi in prima esecuzione assoluta e scritta su commissione di Bologna Festival e Ferrara Musica.
Mercoledì 15 ottobre, ancora in San Filippo Neri, la prima presentazione dal vivo del nuovo progetto discografico di Simone Vallerotonda Scarlatti 300 con la sua inusuale ‘band’ su strumenti antichi I Bassifondi, ensemble filologicamente di impeccabile correttezza, ma da sempre pronto a sfidare qualsiasi pubblico, anche quello delle osterie o dei pub, per dimostrare che la musica antica mantiene ancora oggi quel fascino popolare che la rese vera hit dall’aja alla piazza di mercato per secoli. In questa preziosa occasione si avrà la prima esecuzione moderna della serenata a tre voci Clori, Lidia e Filli di Alessandro Scarlatti, eseguita probabilmente a Napoli il 2 giugno del 1701 in occasione della festa del Corpus Domini e poi caduta nell’oblio.
Il 23 ottobre in San Filippo Neri si avrà poi, in prima assoluta, il nuovo progetto Il Fiato che resta – Musiche Erranti e Voci in Esilio di Ars Vulgaris, originalissimo ensemble fondato da Robindro Nikolich Mukherjee, clarinettista e spagnolo di origini indiane e di piccoli slavi, di grande virtuosismo che spazia con agilità dal repertorio classico a quello etnico. Con lui in palcoscenico il violoncellista Pau Valls Vila, Robert Santamaria al Kanun, cetra trapezoidale di matrice arabo classica, e il Saz, liuto turco, infine Francesco Savoretti alle percussioni etniche
Chiusura infine il 30 ottobre a Santa Cristina della Fondazza con l’ensemble vocale Odhecaton, celebre per la sua specializzazione nel canto polifonico dal ‘400 al ‘600, qui con il progetto Illumina oculos meos - Quasi una liturgia attorno a Palestrina, in cui partendo dal grande maestro veneziano e dalla sua celebre, omonima missa, se ne indagano gli echi novecenteschi con Pärt, Rihm, Stravinskij e Scelsi.
Tutte le informazioni su Il Nuovo, l’Antico e l’Altrove sono disponibili qui.