Bergamo jazz, ritorno al futuro

Per la sua 43sima edizione il festival diretto da Maria Pia De Vito ritrova la sua abituale collocazione (17 - 20 marzo), con Vijay Iyer, Fred Hersch e Enrico Rava, Brad Mehldau e il duo Rubalcaba-Nuviola

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Brad Mehldau (foto di David Bazemore)
Brad Mehldau (foto di David Bazemore)

Scorrere il nuovo programma della 43sima edizione di Bergamo Jazz - che si terrà dal dal 17 al 20 marzo - è un po’ come ritrovare la strada di casa, almeno per gli appassionati del genere. La storica rassegna bergamasca, infatti, ritorna alla sua consueta collocazione temporale, innestata su un inizio di primavera sulla scorta di una programmazione intenta a monitorare l’evoluzione della situazione pandemica e delle relative normative di sicurezza.

Un programma che riporterà un variegato intreccio di proposte musicali ad alternarsi tra i palcoscenici di “Jazz al Donizetti”, “Jazz al Sociale”, “Jazz in Città”, “Scintille di Jazz”.

Vijay Iyer (foto Ebru Yildiz)
Vijay Iyer (foto Ebru Yildiz)

Tra i diversi artisti presenti troviamo giovedì 17 marzo il Vijay Iyer Trio seguito dal Roberto Gatto Quartet, il 18 marzo Fred Hersch Trio (Drew Gress al contrabbasso e Joey Baron alla batteria) con Enrico Rava, seguito da Jeff Ballarad con Logan Richardson, Charles Altura e Joe Sanders, il 19 marzo Brad Mehldau in solo e domenica 20 marzo Gonzalo Rubalcaba e Aymée Nuviola.

Come evidenzia la direttrice artistica Maria Pia De Vito «l’appassionante traiettoria dei linguaggi che Bergamo Jazz dipana da sempre, continua i suoi percorsi e, con inarrestabile propulsione, propone ogni anno nuove sorprese. Le Americhe, l’Europa, l’Asia oggi si incontrano in modo sempre più liquido, con un sincretismo che non finisce di stupire ed interessare fasce diversificate di ascoltatori. Standards e new standards, elettronica, musica contemporanea, Afroamerica e Sardegna, Nordeuropa e melodia, poliritmie indiane, Brasile, improvvisazione radicale ed echi di danze. L’improvvisazione è il dialektos, o l’esperanto, della musica che ascolteremo».

Fred Hersch (foto Ruben Steijn)
Fred Hersch (foto Ruben Steijn)

Saranno, quindi, quattro intense giornate – prosegue De Vito – con «giovani generazioni di musicisti caratterizzati da grande maestria strumentale, ispirazione da diversità di fonti; grandi maestri che si incontrano, offrendo, nella piena maturità della propria esperienza, esempi stellari di lirismo, di potenza espressiva che si sprigiona dalla inequivocabile unicità del proprio suono e dall’articolazione del proprio mondo compositivo e linguaggio improvvisativo».

Completano il cartellone di Bergamo Jazz 2022 iniziative come “Around Bergamo Jazz”, con incontri per le scuole e la mostra “Closed Session” del fotografo statunitense Jimmy Katz, l’app gratuita Bergamo Jazz realizzata in collaborazione con Mango Mobile Agency, la nuova iniziativa “Itinerario nell’acqua”, realizzata in collaborazione con UniAcque – che valorizza anche lo spirto “green” del festival bergamasco – oltre alla rassegna “Jazz Pills” e l’evento speciale per l’International Jazz Day (30 aprile) con protagonista il trio di clarinetti NRG Bridges, formato da Gianluigi Trovesi e dai più giovani Andrea e Adalberto Ferrari.

La 43ma edizione di Bergamo Jazz è promossa dalla Fondazione Teatro Donizetti con il Comune di Bergamo. Per informazioni: www.teatrodonizetti.it.

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