A Como rinasce la “Turanda” di Bazzini

Il 26 ottobre il Teatro Sociale ospita il primo allestimento in tempi moderni dell’opera ispirata alla favola teatrale di Gozzi con allievi del Conservatorio di Como e dell’Accademia di Belle Arti di Brera

SN

24 ottobre 2025 • 2 minuti di lettura

Turanda - Bozzetto scena Atto 1 (studenti Accademia delle Belle Arti di Brera)
Turanda - Bozzetto scena Atto 1 (studenti Accademia delle Belle Arti di Brera)

A oltre centocinquant’anni dalla prima e unica rappresentazione, avvenuta il 13 gennaio 1867 al Teatro alla Scala, il Conservatorio di Como in collaborazione con Casa Ricordi, cui si deve la revisione critica della partitura a cura di Antonio Moccia, presenta il primo allestimento in età moderna dell’opera Turanda di Antonio Bazzini, apprezzato compositore bresciano di metà Ottocento nonché maestro di Giacomo Puccini. Come la più nota Turandot, l’opera è tratta dalla favola teatrale di Carlo Gozzi. Violinista e compositore noto soprattutto per le composizioni da camera, il bresciano Antonio Bazzini nel 1882 venne nominato anche direttore del Conservatorio di Milano, dove dal 1873 era docente di composizione con prestigiosi allievi come Mascagni e Catalani, oltre a Puccini. Turanda è la sua unica opera lirica, composta su libretto di Antonio Gazzoletti, mai più ripresa dopo la tiepida accoglienza del pubblico milanese e la freddezza della critica. Il manoscritto autografo fu a lungo considerato perduto, fino al fortunato ritrovamento in uno scantinato del Conservatorio di Milano di qualche anno fa. Nelle parole di Vittorio Zago, direttore del Conservatorio di Como, “Il progetto Turanda rappresenta molto più di un semplice allestimento di teatro lirico o di un’operazione di recupero filologico: è un atto di responsabilità culturale che riscopre, preserva e rivaluta un repertorio storico nel segno della creatività contemporanea, oltre che modello virtuoso di collaborazione tra istituzioni accademiche e culturali.”

L’allestimento dell’opera è affidato alla regista Stefania Panighini, vincitrice del Premio “Idee per Alfieri” al Festival Astiteatro nel 2004, che dell’opera di Bazzini dice: “Il mito è quello di Gozzi, di Schiller, di Puccini e di Busoni, che racconta di una donna che non vuole uniformarsi alle regole della società che la vuole moglie, ma soprattutto madre. In quest’opera, Bazzini tratteggia una giovane sorprendentemente audace per la metà dell’Ottocento, capace di ribellarsi e di ostentare la propria ribellione come atto politico. Lungi dal farne un’algida amazzone però, il compositore lascia alla protagonista la scoperta del sé, la liberazione dall’ideologia e l’accettazione della fragilità e del sentimento umano, che la conducono a un finale di maturazione e consapevolezza del femminile.” In buca e sul palco saranno i giovani studenti del Conservatorio di Como, mentre scene e costumi si devono agli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera, partner del progetto.

La prima moderna della Turanda è annuciata per il 26 ottobre al Teatro Sociale di Como e una ripresa è prevista l’8 dicembre al Teatro Lirico “Giorgio Gaber” di Milano. Alla vigilia della prima il 25 ottobre gli studenti del Conservatorio saranno i protagonisti di un concerto dal titolo “Bazzini immaginifico”, nel corso del quale verranno eseguiti una selezione di pezzi lirici, fantasie, serenate e altri lavori del compositore.