Zavalloni sulle tracce di Ravel e Ives

Cristina Zavalloni e Jan Bang tra pagine classiche e brani nuovi in For the Living

Cristina Zavalloni for the Living
Disco
oltre
Cristina Zavalloni
For the Living
Encore Music Jazz
2020

Ascoltando questo lavoro che Cristina Zavalloni ha realizzato assieme al musicista e produttore norvegese Jan Bang, che firma la direzione artistica e gli arrangiamenti elettronici del progetto, si ha l’impressione che la cantante abbia voluto perlustrare territori non consueti, originali ed eclettici, spingendosi in un’avventura al tempo stesso articolata e stimolante.

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Il filo conduttore che pare unire gli undici brani qui raccolti si dipana lungo un sottile equilibrio fatto di misurata espressività e delicata miscela stilistica, elementi che plasmano la variegata tavolozza interpretativa con la quale la voce della Zavalloni si trova, brano dopo brano, a confrontarsi.

Caratteri che emergono fin dalle prime tracce, passando dal clima misurato delle composizioni raveliane “Soupir” (dai tre Poèmes de Mallarmé) e “Là-bas, vers l’église” (dalle cinque Mélodies Populaires Grècques,), fino a “Random Weather”, brano originale di Bang che conduce il clima espressivo a una immediatezza tratteggiata con gusto sofisticato, in equilibrio tra un jazz levigato e ricercate atmosfere di segno popular. Un carattere che cambia di nuovo con la successiva “Contagio”, composizione disegnata da una dimensione quasi vicina a un’orazione polifonica – grazie alle voci di Fulvia Gasperini, Camilla Serpieri, Miguel Angel Curti e Davide Uccellari – che ne segna la suggestione in un qualche modo idealmente e liturgicamente arcaica.

Un segno, quest’ultimo, che testimonia anche il clima nel quale questo lavoro è nato e si è sviluppato, vale a dire quello della pandemia che stiamo attraversando da più di un anno e che ha condizionato anche la genesi di questo disco che rappresenta, in un certo senso, la sublimazione della condizione contingente condivisa dal gruppo di musicisti impegnati in questo progetto.

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Una compagine che comprende, oltre gli stessi Zavalloni e Bang, Eivind Aarset (chitarra ed elettronica), Simone Graziano (pianoforte e Fender Rhodes), Cristiano Arcelli (autore degli arrangiamenti jazz, sax soprano e clarinetto basso), Francesco Ponticelli (contrabbasso), oltre al ClaraEnsemble, fondato e guidato dalla titolare dell’album e composto da Mattia Petrilli (flauto), Massimiliano Canneto e Federica Vignoni (violini), Riccardo Savinelli (viola), Luca Bacelli, (violoncello) e Leonora Armellini (pianoforte).

Un gruppo di musicisti che, nelle differenti declinazioni espresse dai vari brani, hanno contribuito a una sorta di lavoro corale, sostenendo la voce e l’estro compositivo e interpretativo della Zavalloni nelle diverse metamorfosi espressive di volta in volta evocate. Tra queste, una delle più riuscite ci è parsa il brano di Charles Ives “Serenity”, restituito in questa occasione attraverso un equilibrato intarsio tra la voce della stessa Zavalloni e un arrangiamento dal tratto efficacemente misurato.

Un dato che si può ritrovare, in una chiave ancora differente, nell’ulteriore mutazione stilistico-espressiva affidata al brano eponimo che chiude questo album, realizzato grazie al contributo del Mibact (oggi MiC, Ministero della Cultura) per la diffusione della musica jazzistica italiana, e dedicato da Cristina Zavalloni alla memoria della trombettista olandese Sanne van Hek, prematuramente scomparsa nell’aprile dello scorso anno.

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