Pierre Kwenders nel nome di Papa Wemba

Congolese di base in Canada, Pierre Kwenders porta la rumba nel nuovo millennio

Pierre Kwenders
Disco
world
Pierre Kwenders
José Louis and the Paradox of Love
Arts & Crafts
2022

Pierre Kwenders, nato José Louis Modabi, ha trascorso quasi tutta la scorsa decade ad abbattere barriere musicali: il risultato è un mix eccitante di generi e linguaggi che incorporano rumba, elettronica, hip hop e R&B.

Nato a Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo, nel 2001 ha raggiunto sua madre a Montréal; formatosi musicalmente in un coro giovanile, Kwenders è sempre stato ispirato dalla sagacité, uno stile di vita definito dal cantante ivoriano Douk Saga: lavorare duro, giocare duro. Una decina di anni più tardi Pierre è diventato l’architetto della moderna musica africana in Canada, creando una mistura unica di suoni elettronici influenzati da quelli africani, soprattutto la rumba congolese, e fondando nel 2014 il collettivo artistico afrofuturista Moonshine, promuovendo un centinaio di eventi lunar-based, incluso un Boiler Room party nella nativa Kinshasa, e realizzando una serie di mixtape che hanno contribuito a portare il suono della scena elettronica africana nei club canadesi.

Il suo nuovo progetto – il terzo della serie – José Louis and the Paradox of Love vede la partecipazione di collaboratori da tutto il mondo – Win Butler e Regine Chassagne degli Arcade Fire, Michael Brun, Branko, King Britt, Ngabo, Sônge, anaiis, Babel Bukasa, Uproot Andy e The Africa Intshiyetu Choir – e pur nella sua ecletticità finisce per basarsi su problemi molto personali di amore e connessione, rappresentando finora il vertice della crescita personale e della abilità musicale di Kwenders.

«Quando ero un ragazzo, Papa Wemba era tutto, ho guardato il suo film del 1987 La vie est belle davvero tante volte, mi ha ispirato a voler diventare un artista,» dice oggi Kwenders dell’iconico cantante congolese scomparso nel 2016. Dieci anni dopo, nel 1997, anche il video per la canzone di Wemba "Sai Sai" ebbe un impatto indelebile sulla sua vita: «Lo girò a Bruxelles e mischiò rap, synth e rumba congolese. Se guardi le persone presenti nel video, sono vestite quasi come quelle che oggi fanno parte del Moonshine. Non avrei mai pensato di impersonificare un giorno ciò che vidi in quel videoclip».

 «Da Kinshasa a Montréal, da Lisbona a Santiago, da New Orleans a Seattle, ci sono voluti 4 anni per fare questo bambino. Questo album è per gli amanti e i sognatori. Bilongo toujours» – messaggio di Pierre Kwenders comparso sulla sua pagina Facebook il giorno della pubblicazione del disco

L’eredità e l’influenza di Papa Wemba sono al centro di José Louis and the Paradox of Love e Wemba fornisce anche il titolo al singolo principale tratto dall’album, "Papa Wemba," con un testo che rende omaggio allo stile peculiare dell’artista conosciuto anche come “il padrino de la sape”, una subcultura nata a Brazzaville che abbracciava l'eleganza nello stile e nelle maniere dei dandy dell'era coloniale come strumento di resistenza al colonialismo belga.  

Ancora Kwenders: «Lo chiamavano il re della rumba congolese, Papa Wemba è stato anche uno dei miei idoli e una delle mie ispirazioni più grandi. Ha aperto la strada a così tanti artisti e ha portato la rumba a un livello più elevato. La sua scomparsa nel 2016 è stata devastante per tutti gli amanti della rumba. Da quel giorno sapevo che prima o poi gli avrei pagato il mio omaggio. Questo video è una strizzata d’occhio alla sua essenza e alla sua eleganza. Poiché è stato uno dei padri fondatori de la sape, volevo che questo video mostrasse bellezza e spavalderia, due sue caratteristiche».

Il multi-strumentista Tendai Maraire di Shabazz Palaces presta il suo stile alla canzone, creando un bellissimo momento musicale riempito da un crescendo trascendente di sax e un collage di jazz fusion, ritmi ossessivi e una spruzzata di nostalgia synth-pop anni Novanta.

A fine febbraio era uscito il singolo “Heartbeat” in cui compare la cantante franco-senegalese anaiis, una sorta di sequel di “Amours dʼÉte”, canzone prodotta da Branko nel 2019 e presentata da Kwenders sulla piattaforma musicale COLORS.

 È stata poi la volta di “Kilimanjaro”, rappresentazione per alcuni di un viaggio sul tetto dell’Africa ma per altri di un viaggio alla scoperta di sé. Per Kwenders “Kilimanjaro” rappresenta l’inseguimento di fantasie sessuali, un’esplorazione di corpi intrecciati e legati dall’intensità sessuale: più il desiderio è alto, più il Kilimanjaro è vicino. La canzone è un ritorno al passato, con il suo mix di rumba, jazz morbido, pop elettronico contemporaneo e funk anni Settanta, un omaggio a Fela Kuti e Tshala Muana. E Fela compare anche nel video che accompagna la canzone, insieme a James Brown, Jimi Hendrix, Sun Ra, Bob Marley, Prince e altri ancora, ma tutti questi personaggi hanno il volto di Pierre, per sottolineare l’influenza che hanno avuto sulla sua musica.

 Il brano d’apertura “L.E.S.” (Liberté, egalité, sagacité), oltre a ricordare il già citato Douk Saga, è la perfetta introduzione allo stile di Kwenders, quando i beat elettronici incontrano i synth caldi e vagamente vintage di Régine Chassagne degli Arcade Fire: quasi dieci minuti costruiti su percussioni acustiche che proiettano l’ascoltatore nel mondo musicale di Kwenders.

Sicuramente la canzone più intima della raccolta, “Your Dream” rivela un lato emozionale di Kwenders, quando parla della sua sessualità e della pressione che tutti sentiamo quando si devono soddisfare le aspettative degli altri o i sogni di qualcun altro. Kwenders canta in lingala, mentre il cantante congolese Ngabonziza Kiroko aka NGABO usa lo swahili e il DJ e produttore portoghese Branko irrobustisce la ballata con il suo approccio stratificato, dando vita a una melodia senza tempo.

Non è facile riassumere José Louis and the Paradox of Love: con i suoi 13 pezzi infatti copre vari generi e varie culture – Kwenders canta in cinque lingue: francese, inglese, lingala, kikongo e tshiluba – e comunque il risultato finale è ambizioso, inclusivo ed eccitante, meritevole del nostro tempo e della nostra attenzione.

Pierre Kwenders prende il suo stage moniker da suo nonno, il titolo del suo album José Louis and the Paradox of Love arriva dal suo nome di nascita: entrambi esemplificano la sua abilità a confondere i confini tra il passato e il presente mentre fa musica per il futuro.

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