Maletiempu, il grande Sud di Andrioli e Nigro

Rachele Andrioli insieme a Rocco Nigro, per uno splendido lavoro voce e fisarmonica, dalla "Tarantella del Gargano" a Pasolini

Rachele Andrioli & Rocco Nigro
Disco
world
Rachele Andrioli & Rocco Nigro
Maletiempu
Dodicilune
2018

Un celebre detto del mondo anglosassone raccomanda di non giudicare un libro dalla copertina. Lo stesso principio bisognerebbe applicare a un disco, per quanto la forza iconica di un’immagine sia legittimata a darci informazioni di prima mano sul contenuto, e alla lettura e all’ascolto. Poche righe lette di fretta non ci danno informazione reale su quanto davvero andremo a leggere, poche note orecchiate di fretta non formano un giudizio.

Tutto ciò premesso, bisogna dire che chiunque finisca, per ventura o per scelta, per raccomandazione di un amico o per suggerimento trovato su qualche media sul primo brano di Maletiempu di Rachele Andrioli e Rocco Nigro, quello che intitola, la tentazione di farsi un’idea complessiva del valore dell’opera tutta ce l'ha, e forte.

Perché nei tre minuti e qualche spicciolo di secondi in cui si dispiega la voce bella e “antica” di Rachele Andrioli, fatta veleggiare dagli sbuffi ariosi della fisarmonica di Rocco Nigro, i giochi son fatti. Inizia un viaggio che mette in conto una sonora cavalcata tra i secoli, con l’accortezza raffinata di smistare nelle cesure tra brani di diverse tradizioni ed epoche dal nostro Sud composizioni originali che sembrano condividere il respiro dei secoli, pur mostrando tutti i segni di una contemporaneità cogente. La copertina, poi, rafforza l’idea, con la forza assertiva dei due volti mediterranei dei protagonisti in una luce che è la luce di tutti i Sud del mondo. 

Maletiempu è il terzo lavoro discografico per il duo salentino, una prova di maturità destinata a restare. Il viaggio questa volta mette in conto, per quanto riguarda i repertori tradizionali, e nell’ordine: una ninna nanna diffusa tra Basilicata e Puglia, un canto dalla Corsica ritradotto in salentino, e affrontato con superba armonizzazione da Rachele con l’apporto della voce di Massimiliano De Marco. Poi un brano campano, uno siciliano, la strepitosa e celebre "Tarantella del Gargano", da sempre pièce de resistance per il folk revival (qui quasi proiettata in un’aura mistica, con una prova maiuscola dal mantice di  Nigro) e, in chiusura, con bella scelta "Cosa sono le nuvole", il testo di una bellezza disperata scritto da Pasolini e cantato in origine da Domenico Modugno. 

Nel mezzo troverete anche un’altra scheggia d’autore, da accostare a quelle del duo: è "L’attesa", un testo di Massimo Donno che getta un ponte luminoso tra Brasile post tropicalista e Sud d’Italia. Andrioli dà bella prova anche a tamburi a cornice, flauto armonico e ukulele, altri apporti arrivano dal basso di Giuseppe Spedicato, dalle percussioni mediterranee di Vito De Lorenzi, dalle corde di Valerio Daniele.

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