L’elettronica ecologica dei Voices From The Lake

Il duo dà seguito al disco di culto uscito 13 anni fa

AC

12 dicembre 2025 • 2 minuti di lettura

Voices From The Lake II
Voices From The Lake II

Voices From The Lake

II

Spazio Disponibile 2025

Pubblicato nel 2012, il primo album del duo Voices From The Lake divenne oggetto di culto nella comunità globale del suono elettronico, conquistando status da “leggenda archetipale”: espressione usata dal web magazine “Beats Per Minute” commentandone la versione rimasterizzata del 2023.

Esito sorprendente per un progetto creato spontaneamente dal produttore romano Donato “Dozzy” Scaramuzzi (in evidenza anche nell’altro duo Il Quadro di Troisi) insieme al calabrese Giuseppe Tillieci, in arte Neel, entrati in contatto agli sgoccioli del Novecento nell’orbita del centro sociale Brancaleone.

Quando nel giugno 2011 l’etichetta bavarese Prologue ne ufficializzò l’esordio in coppia con l’Ep Silent Drops, i due erano già al lavoro sul materiale destinato a un’imminente performance a “Labyrinth”, festival giapponese insediato in un bosco montano accanto a un lago (ma quello dell’intestazione sta a Sabaudia, dov’è nato Dozzy).

Trasferite su disco, la proprietà “ecologiche” di quel repertorio “site specific” finirono per determinarne il successo: era techno ridotta all’essenza in forma astratta, utilizzando analogico e digitale con maestria umanistica. Sulla scia sono venuti poi un album registrato dal vivo al MAXXI di Roma nel 2014 e alcuni Ep, oltre a varie produzioni individuali: nulla che però desse compiutamente seguito a quanto fatto allora.

Tre mesi fa ha suscitato dunque grandi aspettative l’annuncio del secondo capitolo, anticipato da “Manuark”: biglietto da visita al tempo stesso solenne e solare.

Presentandolo su Bandcamp, gli autori l’hanno definito “una continuazione e una reinvenzione” del modello originario. In effetti, all’ascolto, le variazioni sono minime ancorché significative: in generale una maggiore luminosità, di cui è testimonianza in chiusura il nitido fraseggio melodico di “Ian”, preceduto tuttavia in sequenza dal cupo bordone sintetico che sostiene la galoppata da “corrieri cosmici” di “Blue Noa”.

L’atmosfera è particolarmente rarefatta in “Bespin”, dal nome di un pianeta gassoso nella saga di Star Wars, mentre altri indizi narrativi conducono verso l’antica Grecia (“Asterios”, reso avvincente dal timbro “tubolare” delle percussioni, ed “Eos”, che levita in apertura su un loop sciamanico, alludono a figure della mitologia ellenica) e il beneamato Giappone (la “nebbia di loto” generata dagli arpeggi dei sintetizzatori in “Lotus Mist” e la postura filosofica di “Mono No Koto” – vocaboli riferiti rispettivamente alle cose tangibili e non – espressa musicalmente attraverso una pulsazione mistica punteggiata da cinguettii artificiali).

Ovviamente manca questa volta l’effetto sorpresa, ma i Voices From The Lake confermano comunque di trovarsi ai piani alti della scena elettronica contemporanea.

Per verificarlo, basta abbandonarsi all’ipnotico flusso minimalista del “Continuous Album Mix” postato online: amalgama senza soluzione di continuità delle dieci tracce incluse che ne condensa le qualità in maniera efficacissima.