Jessy Lanza, l'avant pop e il fantasma degli anni Ottanta

All the Time è il terzo album della canadese Jessy Lanza, nel segno di un raffinato R’n’B elettronico

Jessy Lanza - All the Time
Disco
pop
Jessy Lanza
All the Time
Hyperdub
2020

A distanza di quattro anni dal precedente Oh No, la canadese Jessy Lanza pubblica All the Time, il suo terzo lavoro ancora con l’etichetta Hyperdub: un mash-up di canzoni che hanno influenzato la sua scrittura, il cui risultato, un R’n’B elettronico, è il suo più compiuto finora.

Nata 34 anni fa ad Hamilton, Ontario, Jessy Lanza si è poi trasferita a New York e recentemente a San Francisco. Sono stati mesi intensi per lei: prima la cancellazione del tour dovuto alla pandemia e poi il trasferimento in fretta e furia in California con il suo fidanzato in seguito al rifiuto della padrona di casa newyorkese di rinnovarle il contratto d’affitto. Bene, si ricomincia da un’altra parte, con in più la difficoltà di farsi nuovi amici quando non si è più ragazzini e non si va a scuola. Quanto detto non ha fatto che rafforzare la sua ansia, la stessa che permeava Oh No.

«Ultimamente non ho avuto molto tempo per pensare alla mia ansia, ma adesso che sono a San Francisco temo che sarò molto ansiosa. Ma sì, non so, ci provo e ci riprovo, ricordando a me stessa quanto sono fortunata. In fondo siamo stati capaci di partire con il mio minivan in grado di contenere tutte le nostre cose stipate, fortunati di avere la nostra mobilità. Di certo aiuta».

Un minivan, lo stesso che compare sulla copertina di All the Time: conoscete qualcun altro che ha fatto una Boiler Room nel retro di un minivan? Il risultato è… sì, straordinario.

La lavorazione di questo disco inizia a prendere forma alla fine del 2017, quando il suo fidanzato per cinque anni Jeremy Greenspan, uno dei due membri dei Junior Boys, le spedisce una bozza ritmica di canzone su cui lavorare; in un’ora Jessy scrive i testi, crea la melodia ed ecco che la title-track è pronta, a conferma che, anche se la loro relazione sentimentale è finita, i due possono continuare a essere amici e lavorare insieme.

“Lick in Heaven” ha avuto il compito di lanciare il disco, una canzone sul punto di non ritorno, quando si perde il lume della ragione per colpa della rabbia e si dicono cose di cui poi ci si vergogna, senza fare nulla per fermarsi in tempo.

Per sua stessa ammissione, Jessy ha trascorso molto tempo nel suo studio ad ascoltare R’n’B anni Ottanta, Alexander O’Neal – ricordato nel brano “Alexander” - e Pointer Sisters, per imparare la progressione degli accordi e il risultato si sente: electro R’n’B, un mix spartano e upbeat di suoni disco, la prima house di Chicago e atmosfere anni Novanta con uso di Mother 32, DFAM e Sirin dagli effetti sorprendenti, beat minimali (con l’eccezione di “Badly” in cui suonano energici)  e toni pop sperimentali. Un esempio? Ascoltate “Anyone Around” e non spaventatevi se compare il fantasma di Janet Jackson.

“Baby Love” sembra registrata sott’acqua mentre in “Ice Creamy” Jessy manipola la sua voce su un tappeto sonoro che richiama la drum’n’bass. Nostalgia del minivan? Eccolo ricomparire.

I pensieri ossessivi fanno la loro comparsa in “Face”, “Badly” (la canzone preferita di Jessy) e “Over and Over”, ispirata dall’ascolto di “Looking for You” di SOS Band.

All the Time è sicuramente il disco di Jessy Lanza più orientato al mainstream ma niente paura, non entrerà nelle classifiche, non lo sentiremo alla radio e lei rimarrà un’artista di nicchia. Per la sua bellezza e la sua fragilità inquieta è una delle colonne sonore possibili di un’estate – ma dovrei dire di un anno – che non avremo.

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