Il tango secondo Melingo

Il nuovo disco di Daniel Melingo, fra Buenos Aires, il rock e la Francia

Melingo, Anda
Foto di Nora Lezano
Disco
world
Melingo
Anda
World Village
2016

È una storia interessante quella di Daniel Melingo. Una nonna cantante alla Scala, esperienza in Brasile come musicista di Milton Nascimento, il Conservatorio a Buenos Aires (clarinetto e chitarra classica). Poi una carriera da divo del rock alternativo in Argentina (con Los Abuelos de la Nada). Infine, la metamorfosi in tanguero contemporaneo, dapprima nel contesto della riproposta del genere esplosa con la fine degli anni Novanta (con collaborazioni in area Gotan Project, per intendersi), poi come “cantautore” in proprio.

L’ultimo lavoro edito, Anda, è la summa dell’arte del musicista argentino. C’è molto tango classico: quello di Luis Alposta e Osvaldo Pugliese, di Roberto Ratti (una splendida versione di “En un bosque de la China” – vedere il video per credere), e di “quel” tango ci sono molti strumenti: gli archi, il bandoneon, il contrabbasso… ma ci sono feedback di chitarra elettrica che fanno capolino in lontananza; c’è il bouzouki, il vibrafono (suonato da Axel Krygier). E poi c’è la Francia: Serge Gainsbourg (con una superba traduzione spagnola di “Intoxicated Man”) – che sembra quasi un nume tutelare del disco – e Erik Satie, con una splendida “Gnossienne” in versione tango. Il disco si chiude con la struggente title track, firmata da Maria Celeste Torre (moglie di Melingo): l’episodio migliore del disco, minore e struggente come una musica da film.

Negli ultimi anni Melingo si è costruito un folto seguito in Europa e nel nostro paese: chi lo ha visto dal vivo ricorderà le sue interpretazioni intense e viscerali, la teatralità del suo personaggio à la Tom Waits (cui è spesso paragonato, per assenza di idee migliori), la sua voce e quella del suo clarinetto – entrambe riconoscibili fra mille. Il suo è un tango che piace ai nerd della milonga del venerdì sera, ma che conquista anche gli appassionati di canzone, di rock, di musiche del mondo. Un tango-canciòn così lontano e insieme così fedele a quello classico, un tango messo in scena, teatralizzato, che parla di se stesso e della sua storia – mentre Melingo ci racconta la sua.

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