Il suono teso e disteso di Guaschino

Si intitola Animalities l’album di Daniele Guaschino pubblicato dall’etichetta francese Ameson

Szuhwa Wu, Daniele Guaschino e Anaïs Moreau
Szuhwa Wu, Daniele Guaschino e Anaïs Moreau
Disco
oltre
Daniele Guaschino
Animalities
Ameson
2023

L’animalità ricercata da Daniele Guaschino in questo recente lavoro discografico pare accompagnarci in un’indagine su un suono che media tra natura ancestrale e lucida ricerca. Lontano quindi da una istintività estemporanea e, se vogliamo, immediata e selvatica che la parola “animale” richiama, il compositore originario di Torino e attivo da lungo tempo in Francia pare invece indirizzarsi verso una indagine che ampia lo spettro di una ricognizione che perlustra il timbro degli strumenti impiegati, arricchendo l’orizzonte espressivo dei diversi brani con raffinati inserti elettronici.

Daniele Guaschino è appassionato indagatore delle connessioni tra linguaggi strumentali, acustici ed elettronici. Nel suo originale percorso creativo ha preso parte a esibizioni dal vivo ospitate in luoghi come, tra gli altri, l'Opera di Parigi, collaborando con centri di ricerca come l’Ircam e appassionandosi inoltre alla musica dell'Africa occidentale, repertorio al quale ha dedicato anche due dischi pubblicati dall'etichetta Ocora.

Daniele Guaschino
Daniele Guaschino

Dopo il confronto con il fronte “naturale” rappresentato dal precedente album Trees Trunks Territories, Guaschino si è così dedicato in questo lavoro alla perlustrazione del versante “animale” di un rapporto tra “suono organizzato” e natura che trova nella sue composizioni musicali una dimensione espressiva decisamente personale. Affiancato da musicisti pienamente in linea con la sua estetica – oltre al violino di Szuhwa Wu e al sax di Quentin Biardeau, presenti anche nel precedente lavoro già citato, qui si aggiunge il violoncello di Anaïs Moreau – il compositore offre quindi variegati affreschi sonori che ritrovano nelle tredici tracce che compongono questo lavoro altrettante metamorfosi al tempo stesso timbricamente variegate ed espressivamente immaginifiche.

Dalle tre variazioni di “Complicity” – disseminate lungo un percorso di ascolto che si snoda tra l’emergere di lunghe note tenute, quasi timbricamente trascinate verso un “oltre” indefinito, e cellule tematiche reiterate – alla lunga e riflessiva indagine racchiusa nei nove minuti abbondanti di “Melting”, le composizioni di Guaschino rivelano una ricerca timbrico-strumentale palesemente connotata. Un carattere che si nutre degli inserti di un’elettronica misurata e pregnante assieme, gestita dallo stesso compositore e che trova una delle espressioni più riuscite nel carattere di improvvisazione collettiva di un brano come “Predations”, dove tutti i musicisti convolti concorrono con palese affinità ed efficacia ad una indagine estetica che profuma a tratti di free jazz.

Un lavoro sul suono, sul timbro e sulle stratificazioni strumentali che appare, nel suo insieme, una sorta di originale sintesi tra una materia musicale distesa ma costantemente cangiante e una ricerca compositiva contraddistinta da una ritualità tesa ma riflessiva, specchio ideale di un immaginario generato dai suoni ascoltati e percepiti dallo stesso Daniele Guaschino durante le sue osservazioni di spazi naturali e i suoi incontri con gli animali, vero fulcro ideale di questa densa riflessione in musica.

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