Il pop senza genere di Default Genders

James Brooks aka Default Genders ritorna dopo cinque anni di silenzio con Main Pop Girl 2019  e il risultato è un capolavoro, un ottovolante di suoni ed emozioni

Default Genders - James Brooks
James Brooks
Disco
pop
Default Genders
Main Pop Girl 2019
autoproduzione
2019

James Brooks, aka Default Genders, è tornato dopo cinque anni di silenzio

Uno dice Minneapolis e subito parte l’associazione con Prince, o con gli Hüsker o con i Replacements o i Soul Asylum, a seconda dei gusti musicali. Anni dopo, tra il 2009 e il 2013, la Twin City fu la base operativa degli Elite Gymnastics, un duo di musica elettronica formato da James Brooks e Josh Clancy, una sorta di progetto artistico multimediale, che in cinque anni realizzò sei EP, i migliori dei quali sono quelli che hanno formato la quadrilogia Ruin: ritmi jungle anni Novanta a fare da base a melodie vocali delicate, il tutto passato nel tritacarne distorto dello shoegaze.

Dopo la fine degli Elite Gymnastics Brooks realizzò l’EP Stop Pretending: il brano "On Fraternity", una spiegazione non richiesta di un’aggressione sessuale, unito al moniker Dead Girlfriends («fu davvero una scelta del cazzo»), scatenò polemiche tali che Brooks decise di assumere il nuovo nome Default Genders e di spostarsi a Los Angeles dove, nel 2014, compose l’album Magical Pessimism. Poi il silenzio.

In realtà James si mise a fare il fidanzato nonché il social media manager a tempo pieno di Claire Boucher in arte Grimes, proprio quando il pubblico mainstream iniziava a notare l’approccio dell’artista canadese al pop elettronico: «Avevo una relazione con una persona che stava avendo un successo molto superiore al mio e, secondo me, con un potenziale maggiore per raggiungere alcuni degli obiettivi politici che avevo sperato di raggiungere io con la mia musica».

Lo scorso anno la relazione si è interrotta e Brooks è tornato a focalizzarsi sulla propria carriera; il mese scorso, a sorpresa, ecco arrivare Main Pop Girl 2019 (in download gratuito sulla sua pagina Bandcamp), «una specie di processo di ridefinizione di cosa penso di me stesso».

L’album di Default Genders è costruito sulle vestigia del pop del passato. Brooks cita chiunque, da Dylan ai Beastie Boys, e include persino una versione da locale per scambisti, mozzafiato ed estatica, della ballata "Secret Garden" di Springsteen, opportunamente ribattezzata "Secret Garden .NUXX", un omaggio agli eroi della scena rave degli anni novanta Underworld. Non siate diffidenti, siamo di fronte a una delle cover più pazzesche degli ultimi tempi, i Chromatics sotto l’effetto di MDMA.

Spesso la voce è usata nei registri alti per risultare più femminile, libera dagli steccati di genere, una prigionia che Brooks ha combattuto fin dai tempi degli Elite Gymnastics, quando portava i capelli lunghi e saliva sul palco con abiti femminili.

"Christmas Card from a Scammer in Minneapolis" strizza l’occhio nel titolo a una celebre canzone di Tom Waits, dopodiché Brooks cala un poker di canzoni micidiali, culminante in "Heart Emoji Xo", dove i synth brumosi si uniscono a un breakbeat ipnotico: se in qualche maniera non vi tocca, beh, c’è sempre Ariana Grande.

Main Pop Girl 2019 è un album colorato, divertente, spiazzante con le sue variazioni continue, con le radici piantate profondamente nella nostalgia per la cultura online sviluppatasi all’inizio di questo decennio: «Quando tutti quei segugi di torrent furono spazzati via dall’inasprimento delle leggi e tutti quei blog che condividevano i link di Rapidshare, Mediafire e Megauploaded sparirono, beh, tutto quel fenomeno si trovò senza gambe. Non sarà più possibile fare arte veramente anti-sistema su Spotify».

«Meglio un maiale che un fascista» -  dall’account Twitter di James Brooks

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