Dal deserto all’oceano: il viaggio dei Calexico
The Thread That Keeps Us è il nuovo album dei Calexico.
05 febbraio 2018 • 2 minuti di lettura


Calexico
The Thread That Keeps Us
The Thread That Keeps Us è il nuovo disco dei Calexico, nono della storia della band per Joey Burns e Joe Convertino.
Per trovare l’ispirazione necessaria a confezionare il nono album della propria carriera, cominciata ormai 23 anni fa, dopo le esperienze condivise dai fondatori Joey Burns e Joe Convertino in Giant Sand e Friends Of Dean Martinez, i Calexico si sono trasferiti dall’ambientazione classica di Tucson, sul margine orientale del deserto di Sonora, a un centinaio di chilometri dal confine con il Messico, verso Stinson Beach, a nord di San Francisco. E ciò ha influito sull’esito: il disco risulta infatti meno rifinito in confronto ai lavori precedenti, in un certo senso più “rock” (fa testo l’iniziale “ End of the World with You”, che racconta “l’amore al tempo degli eccessi” come avrebbe potuto fare il compianto Tom Petty), e tematicamente poco fedele a quel suono della frontiera cui la band dell’Arizona deve la sua fama, benché uno degli episodi di spicco, “Flores y Tamales”, scandito a ritmo di cumbia con cantato ispanico, fisarmonica tipo Los Lobos e tromba mariachi, ne riaffermi la natura tex-mex.
Lo spettro stilistico dunque si amplia rispetto al canovaccio abituale: dall’inopinata grinta elettrica di “Dead in the Water”, che sa di Black Keys (e allude ai fomentatori d’odio: “Io faccio la legge e decreto un nuovo genere di collera”), all’altrettanto sorprendente groove reggae di “Under the Wheels”.
Non tutto fila liscio, a dire il vero: “Another Space” è un numero funky che scimmiotta con qualche imbarazzo i Talking Heads, mentre “Bridge to Nowhere” ha addirittura qualcosa dei Radiohead, senza uguagliarne però l’estro asimmetrico. La maestria del gruppo, tuttavia, è tale da trarlo quasi sempre d’impaccio e risalta nelle canzoni di migliore fattura, qual è ad esempio “Voices in the Field”, dove l’intreccio di chitarre riecheggia certi momenti magici dei Wilco. The Thread That Keeps Us n on passerà alla storia quanto The Black Light, Feast of Wire o Carried to Dust, ma conferma comunque il valore assoluto della formazione capace anni fa di conquistare il cuore di Vinicio Capossela.