Chromatics, 50 sfumature di grigio

Closer to Grey è il settimo (o sesto?) album dei Chromatics (che saranno anche a Club to Club 2019) 

Chromatics - Closer to Grey - Club to Club
Disco
pop
Chromatics
Closer to Grey
Italians Do It Better
2019

Dear Tommy dei Chromatics è ormai oggetto di leggenda: annunciato originariamente nel 2014, ha subito vari rinvii, il più importante dei quali nel 2016, dovuto al quasi annegamento alle Hawaii del polistrumentista e produttore Johnny Jewel, in seguito al quale quest’ultimo distrusse le 25.000 copie fisiche dell’album già pronto.

In questi anni abbiamo avuto modo di ascoltare alcuni singoli, presumibilmente destinati a far parte di Dear Tommy, ma al momento non ci sono notizie sulla pubblicazione di questo fantomatico album. In questi sette anni i Chromatics non sono stati con le mani in mano e hanno pubblicato quattro EP, tutti acquistabili al prezzo di un dollaro sul sito dell’etichetta Italians Do It Better. Ma se Kill for Love era il quinto album del gruppo e Closer to Grey è annunciato sulla copertina come il settimo del gruppo di Portland, forse c’è qualche speranza che prima o poi Dear Tommy veda la luce. 

Intanto, in attesa, sabato 2 novembre i Chromatics terranno una data in esclusiva italiana a Torino, all’interno di Club to Club Festival 2019.

«Questo disco è un film per le vostre orecchie» – Chromatics

Venticinque secondi di tic toc, tic toc (no, non è l’inizio di “Tick of the Clock”, il brano che aveva il compito di chiudere Night Drive, l’album del 2007, quello della svolta synth pop che citava la Italo disco dopo i primi due album dal sapore punk) e poi… "Hello darkness, my old friend, I’ve come to talk with you again": sì, proprio lei, “The Sound of Silence” di Simon & Garfunkel, con la voce sussurrata di Ruth Radelet su un tappeto scarno di synth. A ben pensarci la scelta non è poi così strana: l’oscurità ha sempre caratterizzato le composizioni dei Chromatics, maestri nella creazione di atmosfere perfette per una corsa notturna in auto.

Nella seconda parte dell’album c’è una seconda cover: questa volta tocca a “On the Wall” di The Jesus and Mary Chain, in una versione di quasi otto minuti e mezzo, in cui ricompare l’orologio nel verso ripetuto più volte da Ruth “I’m like the clock on the wall” e Johnny Jewel ci ricorda la sua passione per le colonne sonore dei film.

Conoscevamo già la title-track in una versione differente: in questa nuova vengono alla mente i New Order, ritorna il “suono del silenzio” nei versi “la pelle dell’estate è ormai un ricordo, tocca il suono del silenzio, occhi nocciola pieni di lacrime in cerca dell’estate” e il risultato finale è memorabile, anche grazie alla voce angelica della Radelet che crea un’atmosfera romantica e nostalgica.

“Tu dici che il mondo fa piovere colori, ti vedo in piedi vicino al grigio, tu dici che non bacerai mai un’altra, ti vedo mentre corri via lontano” – “Closer to Grey”

“Move a Mountain” e “Wishing Well”, il brano che ha il compito di chiudere la raccolta, sono entrambe canzoni sulla speranza, presente anche quando sembra che tutto sia ormai perduto, e sulla nostalgia di un tempo che non potrà tornare.

“Il domani comincerà quando l’oggi dice buonanotte, il mattino dimenticherà il fantasma dell’ultima notte” – “Wishing Well”

“You’re no Good” è il neon che squarcia l’oscurità, luce fredda che ferisce, il marchio di fabbrica dei Chromatics che in molti hanno cercato di imitare, mentre “Light as a Feather” esplicita le influenze di John Carpenter e Angelo Badalamenti.

Nel corso degli anni le canzoni dei Chromatics hanno fatto parte delle colonne sonore di innumerevoli serie TV – una su tutte Twin Peaks: The Return – e soprattutto del film Drive interpretato da Ryan Gosling, strumenti fondamentali per raggiungere un pubblico più vasto. Anche in questo album ritroviamo la miscela di nostalgia visiva e sonora tipica di Johnny Jewel, musica anni Ottanta e pacchianeria da film gialli anni Settanta, maneggiate con maestria da una produzione al limite della perfezione. Magari scopriremo che è una raccolta di brani non scritti espressamente per un album, ma rimane il fatto che Closer to Grey è un disco affascinante, uno di quelli che costringono ad ascolti ripetuti.

Aspettando l’arrivo di Dear Tommy (domani, tra un anno, tra dieci, mai), Closer to Grey ha il grande merito di riportarci le sonorità magiche, le luci notturne e le atmosfere misteriose dei Chromatics.

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