Apifera, nuovo jazz da Israele

Da Tel Aviv la bella sorpresa Apifera, tra jazz-lounge, exotica e suggestioni folk

Apifera
Disco
jazz
Apifera
Overstand
Stones Throw
2021

Apifera è un gruppo formato da Yuval Havkin – aka Rejoicer – (tastiere), Nitai Hershkovits (tastiere), Amir Bresler (batteria) e Yonatan Albalak (basso). L’apifera è una varietà di orchidea che attrae le api e la musica che esce dai solchi di Overstand, le armonie e gli arrangiamenti, riflettono la varietà e l’equilibrio del mondo della natura. Dalla musica folkloristica israeliana a Ravel e Satie, dalla musica tradizionale del Sudan e del Ghana al jazz afro-futurista di Sun Ra, dall’exotica alla sensibilità hip-hop, tutto concorre alla creazione di un disco dal fascino misterioso, realizzato quasi interamente dal vivo in soli tre giorni di registrazioni.

Originari di Tel Aviv, i quattro musicisti di Apifera sono elementi di spicco della nuova scena jazz israeliana e questo loro primo album ha catturato l’attenzione di Gilles Peterson, che ne ha trasmesso alcuni estratti nella sua trasmissione in onda sulle frequenze di BBC 6.

Overstand è istintivo e musicalmente libero, riflette l’approccio con cui è stato registrato, creando istantanee vivide mentre utilizza flussi e riflussi di energia. Si avverte un umore positivo, la chimica tra i musicisti funziona alla perfezione, ognuno ha spazio per esprimersi.

Prendiamo “Lake VU”: il batterista Amir Blesler crea ritmi complicati, senza impedire agli altri contributi di brillare lungo tutto il pezzo.

Il finale incantevole e “acquatico” di “Pulse 420” suggerisce che il gruppo potrebbe realizzare senza sforzo un disco di ambient.

Nitai, Bresi e Yonatan hanno suonato insieme per anni in Israele; intorno al 2014 Yuvi ha cominciato a mischiare il suo suono elettronico con quello dei jazzisti, realizzando album sotto l’etichetta Time Grove. In tre anni ecco disponibile sul mercato una bella collezione di dischi, da cui l’idea di formare un supergruppo con tutti i musicisti coinvolti nelle registrazioni. Quella formazione incise un album e si esibì in concerto una sola volta, per poi ridursi al quartetto attuale.

“Four Green Yellows” è un mix intrigante di elettronica, hip-hop e jazz, colorato e strutturato, con synth magnifici e una rilassante atmosfera pastorale.

“Notre Damn” è stata scritta e registrata lo stesso giorno in cui la cattedrale Notre Dame de Paris è andata a fuoco.

“Énék Hamaguro” è la versione strumentale di una recente collaborazione con la leggenda del funk Steve Arrington per il suo nuovo album Down To The Lowest Terms: The Soul Sessions.

A ben vedere, il cupo febbraio di questo 2021 ha bisogno di questo tipo di musica e Overstand è una benvenuta dose di positività. Funziona bene come miscela di influenze, mettendo insieme alcune delle linee più chiare della musica classica del XX secolo con ritmi jazz offbeat.

 

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