Il valore delle lettere
Carteggi, epistolari e corrispondenze di Verdi, Puccini, Schönberg e Busoni, fino a Bussotti
18 dicembre 2025 • 7 minuti di lettura
Frutto di meritorie – e, sovente, sistematiche – ricerche confluite nelle relative pubblicazioni, diverse raccolte documentarie aventi per oggetto lettere, epistole e missive vedono protagonisti compositori quali Giuseppe Verdi o Giacomo Puccini, ma anche autori come Arnold Schönberg e Ferruccio Busoni, fino ad arrivare ai tempi più recenti nei quali ha operato una figura come quella di Sylvano Bussotti. Si tratta, come ben sappiamo, di fonti fondamentali per approfondire la conoscenza dei profili personali e artistici di alcune tra le principali personalità della storia della musica, ma anche per raccogliere utili informazioni in merito al contesto sociale e culturale nel quale si muovevano i protagonisti di queste missive, oltre che per intercettare frammenti della vita quotidiana di artisti vissuti in periodi storici a volte più o meno attigui, altre volte anche molto distanti tra loro.
Verdi e i suoi librettisti
Il corpus documentale su Giuseppe Verdi – composto da corrispondenza, carte amministrative, materiali letterari e musicali – offre preziose informazioni sulla sua biografia e sulla storia culturale dell’Ottocento. L’Edizione nazionale dei carteggi e dei documenti verdiani amplia l’Edizione critica dell’epistolario verdiano, pubblicata dal 1988 al 2014 dall’Istituto Nazionale di Studi Verdiani, presentando testi integrali secondo criteri filologici con vasta documentazione. Oltre alle pubblicazioni qui citate, nella serie sono inclusi il Carteggio Verdi−Piroli (1859-1890) e il Carteggio Verdi−Cammarano (1843-1852).
Carteggio Verdi-Ghislanzoni, a cura di Ilaria Bonomi, Edoardo Buroni e Marco Spada (Istituto Nazionale Studi Verdiani 2023, 2 voll., pp. 566).
Le lettere fondamentali tra Verdi e Ghislanzoni relative al libretto di Aida erano già note, ma questa nuova edizione amplia considerevolmente il corpus, includendo 134 lettere fino al 1893, con una cronologia spesso aggiornata. Oltre ai due protagonisti, sono presenti missive di altri personaggi coinvolti nell’opera, come Giuseppina Strepponi e Giulio Ricordi, che aiutano a contestualizzare il rapporto fra musicista e poeta. Tutte le lettere, alcune finora inedite o solo attestate, sono trascritte secondo i criteri filologici dell’Edizione nazionale verdiana e corredate da note esplicative.
Come evidenziano nella Presentazione firmata da Fabrizio Della Seta – presidente dell’Edizione nazionale dei carteggi e dei documenti verdiani – e da Luigi Ferrari – presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani - «Caratteristica peculiare del presente Carteggio è il fatto di essere incentrato sulla creazione di un’unica opera, ma decisiva nel percorso verdiano: Aida […] Era dunque doveroso presentare queste lettere in un’edizione completa e rigorosa dal punto di vista filologico, corredate da una ricca messe di documentazione accessoria indispensabile alla loro contestualizzazione». L’edizione si arricchisce, infatti, di documenti utili alla corretta lettura del contesto di riferimento, con profili biografici, un’analisi sul libretto di Aida e una Introduzione che tratta i principali problemi storici e filologici emersi dal carteggio.
Carteggio Verdi-Solera, a cura di Nicola Badolato, (Istituto Nazionale Studi Verdiani 2024, pp. 150)
La collaborazione tra Verdi e Temistocle Solera, la più datata tra quelle con i suoi librettisti, portò alla nascita di opere significative come Nabucodonosor, I Lombardi alla prima crociata, Giovanna d’Arco, Attila e Oberto. Delle 25 lettere scambiate tra i due, solo sette appartengono al periodo della collaborazione (1843-1846), mentre le altre riflettono rapporti successivi e meno cordiali.
Nicola Badolato nella sua Introduzione annota come se «da un lato non possiamo che figurarci Verdi e Solera indaffarati in una strettissima frequentazione quotidiana, a Milano, gomito a gomito immersi nel lavoro di scrittura delle opere succitate, dall’altro dobbiamo invece constatare, per gli anni successivi al 1845, un deciso e brusco allontanamento tra i due, al netto di sporadici tentativi di ripresa dei contatti da parte di quest’ultimo, mai realmente raccolti dal primo. […] Una vicenda artistica e personale assai intricata e quasi romanzesca, a lunghi tratti davvero disgraziata e miseranda, quella che ha vissuto Temistocle Solera, complicata dalla sua innata inclinazione alla “confusione tra vita e melodramma[…]». Questo carteggio rappresenta anche una testimonianza della vita sociale italiana nell’epoca del Risorgimento.
Puccini tra le righe
Dal 2007 l’edizione dell’Epistolario rientra nei compiti dell’Edizione Nazionale delle Opere di Giacomo Puccini, istituita dal Ministero per i Beni e le Attività culturali con il gruppo di lavoro del Centro studi Giacomo Puccini nella funzione di comitato editoriale. L’edizione si basa sulle competenze e sulle risorse raccolte dal Centro studi nell’ambito del Progetto Epistolario, avviato nel 1998. L’opera offre edizioni critiche annotate e commentate dei testi autentici delle comunicazioni scritte di Puccini, comprendendo lettere, cartoline, biglietti, telegrammi, buste e documenti similari, risultando così il principale strumento per approfondire la sua biografia e l’evoluzione della sua produzione artistica. Il piano editoriale, relativo ai 10.500 documenti finora censiti, prevede una suddivisione cronologica in 13 volumi dal 1877 al 1924 – anno della morte del compositore – oltre a due volumi supplementari destinati alle nuove acquisizioni e un volume specifico per i testi non epistolari.
Giacomo Puccini. Epistolario IV - 1905-1906, a cura di Gabriella Biagi Ravenni e Francesco Cesari (Leo S. Olschki 2024, pp. xxxii-620).
Il quarto volume dell’Epistolario pucciniano raccoglie 706 lettere, di cui 294 inedite, e ripercorre due anni di vita di Puccini segnati dal consolidamento delle sue relazioni, dalla consacrazione internazionale di Madama Butterfly, dai viaggi promozionali e dal tentativo di collaborazione con d’Annunzio. In particolare, come viene riportato nell’Introduzione, «il biennio 1905-1906 è tra i più improduttivi della vita artistica di Puccini: se si eccettuano le revisioni di Madama Butterfly e Edgar, vele la luce solo un “piccolo Requiem d’impressione dolorosa” per coro, viola e armonium (o organo) composto per celebrare il quarto anniversario della morte di Giuseppe Verdi». Inoltre «anche le lettere di questo volume sono ricche di contenuti che si intrecciano e si sovrappongono di continuo, e presentano stili diversi che mescolano toni alti e bassi, e l’uso di un lessico personalissimo».
Giacomo Puccini. Epistolario V - 1907-1908, a cura di Virgilio Bernardoni e Aldo Berti (Leo S. Olschki 2024, pp. xxx-568).
Il quinto volume dell’Epistolario pucciniano raccoglie 654 lettere, di cui 311 inedite, che documentano due anni cruciali per Giacomo Puccini. Emergono la nascita de La fanciulla del West, nuove collaborazioni, viaggi internazionali, l’acquisto di auto di lusso e il caso Doria Manfredi. Tutti eventi raccontati attraverso lo stile personale dello stesso compositore: «la scrittura pucciniana – si legge nell’Introduzione al volume – si mantiene sui binari stilistici collaudati: formalmente sintetica, sintatticamente disinvolta, lessicalmente esuberante, ora diretta e concreta ora immaginifica e allusiva, grondante di giochi di parole e doppi sensi».
Il dialogo tra Busoni e Schönberg
Dialogo sulla musica moderna. Carteggio. Scritti di Busoni con annotazioni inedite di Schönberg, a cura di Paolo Trammanoni (Giometti & Antonello 2025, pp. 520).
Sappiamo come Arnold Schönberg (1874-1951) rivoluzionò la musica classica con l’atonalità e la dodecafonia, mentre Ferruccio Busoni (1866-1924), noto per le trascrizioni bachiane e il virtuosismo pianistico, fu anche un importante saggista. Questo volume presenta il confronto tra i due attraverso lettere e commenti, inclusa la prima traduzione italiana delle annotazioni di Schönberg all’Abbozzo di una nuova estetica della musica di Busoni. Come si legge nel saggio del curatore Paolo Trammanoni titolato “La terza via del moderno” «il rapporto tra i due sarà lungo, conflittuale, ma aperto e franco. I due uomini si stimano e comprendono la reciproca grandezza. Busoni è insieme consapevole e intimorito dalla genialità dell’altro: e Schönberg scrive a Kandinskij che “Busoni è dei nostri”». Completano il volume alcuni interessanti saggi musicologici dello stesso Busoni.
Le lettere di Sylvano Bussotti
La corrispondenza di Sylvano Bussotti. Il fondo del Centro Studi NoMus, a cura di Federica Marsico (LIM - Libreria Musicale Italiana 2024, pp. XV-298)
Il catalogo della corrispondenza di Sylvano Bussotti (1931–2021), custodita presso il Centro Studi e Ricerche sulla Musica del ’900 e Contemporanea “NoMus” di Milano, offre una visione organica degli scambi epistolari che il compositore ha conservato nel suo archivio personale.
Come annota la curatrice Federica Marsico nella sua Introduzione, «l’insieme dei corrispondenti è assai variegato e comprende celebri personalità del panorama culturale italiano e internazionale unitamente a nomi meno noti appartenenti alla cerchia ristretta dell’autore. Le lettere sono perlopiù destinate a Bussotti, che le ha custodite in ottimo stato, operando verosimilmente una selezione della corrispondenza da conservare rispetto a quella da cestinare. L’artista, infatti, scriveva nel 1986: “Debbo confessare […] che amo molto strappare la carta, fin da quando, in età più giovane, mi divertivo a tagliuzzarla con le forbici, a volte agendo anche sulla corrispondenza che mi arrivava…».
La struttura del catalogo segue un ordine alfabetico dei corrispondenti. Per ciascuno vengono descritte, in ordine cronologico, le lettere ricevute da Bussotti (o da persone a lui vicine) e quelle da lui inviate, quando disponibili. Ogni documento è corredato da dettagli come data, luogo, tipo di scrittura, numero di fogli, lingua utilizzata e collocazione nell’archivio. Si aggiunge anche una descrizione dei contenuti e di particolari fisici o redazionali rilevanti. Infine, sono elencati i nomi citati nei documenti o a cui essi fanno riferimento, anche se non menzionati esplicitamente. Gli elementi assenti nella lettera ma necessari alla comprensione vengono integrati tra parentesi quadre, al fine di restituire fedelmente il testo originale e fornire informazioni utili alla ricerca.
Le lettere di Bussotti rappresentano una risorsa importante per la documentazione e la scoperta di nuovi aspetti, poiché consentono di esplorare la rete dei suoi rapporti e il livello di familiarità con molti attori della scena musicale e culturale nazionale e internazionale dagli anni Cinquanta fino alla sua scomparsa. Lo studio di questo carteggio può quindi stimolare nuove indagini su opere ancora poco studiate e servire da base per ricostruire le circostanze artistiche in cui Bussotti operò.