Il tuffo romantico nelle canzoni di Giulia Cavaliere

Romantic Italia (Minimum Fax) è piccolo gioiello nel panorama della saggistica musicale italiana

Giulia Cavaliere Romantic Italia
Articolo
pop

Giulia Cavaliere
Romantic Italia. Di cosa parliamo quando cantiamo d'amore

Minimum Fax 2018, 283 pp., 16€

Piccolo grande gioiello caduto come una benedizione inaspettata nel panorama editoriale – mediamente agiografico, quando non pedante – della saggistica musicale sulla musica italiana, Romantic Italia di Giulia Cavaliere ha diversi meriti.

Giulia Cavaliere Romantic Italia

Il primo è certamente quello di raccontarci oltre mezzo secolo di canzone d’amore italiana attraverso i testi e le storie di decine di brani, famosi e meno famosi, esemplari sia nel disegnare le tante fasi e i tanti stati d’animo del sentimento amoroso, che nel tracciare linee iridescenti di trasformazione dei contesti culturali che hanno attraversato.

Altro merito è quello di far questo in un equilibrio quasi miracoloso tra rigore critico e narrazione, a volte anche fortemente personale: la scelta dei brani (si va da “Un’avventura” di Battisti a “Tu t’è scurdat’ ‘e me” di Liberato, passando per Baglioni, Venditti, Oxa, Baustelle, Bertè, Cocciante, Jannacci, Pravo, Modugno e tanti altri) è certo dichiaratamente arbitraria, ma con il passare delle pagine trova quasi un’invisibile architettura emotiva in grado di garantirle una solidità che è maggiore della somma delle parti.

Giulia Cavaliere stabilisce così un “metodo”, che può tranquillamente andare al di là della scelta delle canzoni contenute nel libro. Ed è questo un altro merito.

Perché intrecciando una puntuale analisi del testo con scampoli di aneddotica cuciti a mano con antica sapienza, in fondo Giulia Cavaliere ci racconta del perché alcune canzoni d’amore sono speciali e di perché il nostro modo di ascoltarle è a sua volta speciale ed è proprio in questo mai scontato incontro di anime – che solo attraverso la lente di un romanticismo evoluto e in parte ironico riconosciamo nella sua urgenza – che si realizza il “miracolo” di una canzone, quella composizione musicale che, a prescindere dalla sua semplicità o meno, a qualcuno può risultare indifferente e in altri muovere l’emozione più incontenibile.

Spariglia la narrazione musicale italiana media, la prosa di Giulia Cavaliere, prosa di narratrice di razza prestata a una passione, la musica, e sorretta dal giusto rigore analitico, quello che serve al senso, non a dimostrare “quante ne so” (una lezione di questo segno non poteva che venire da una voce femminile). 

Spariglia perché riporta tutto nel solco di un’umanità condivisa, in cui troviamo l’autofiction tipica del tempo dei social, la nostalgia canaglia che è garantita per chiunque da mille agganci della memoria, la voglia di non lasciare il discorso sulla canzone italiana all’incongruo sparagmòs cui l’hanno condannata – tirandola da ogni parte – quelli che la volevano per sempre e solo “canzonetta”, quelli che “per forza mettiamola nella poesia”, quelli che la trafiggono di spilli musicologici come una farfalla rara e per forza sbiadita…

Poi c’è questa cosa che il libro ti fa venire voglia di ascoltare un sacco di canzoni, di riascoltare quelle del cuore e di conoscere quelle che magari avevi ignorato (o sottovalutato). Lo si può fare con la playlist appositamente creata dall’autrice (la trovate qui), ma più probabilmente viene voglia di farlo rispolverando vecchi 45 giri o ricordandosi le cassette registrate dalla radio…

E allora leggetelo, Romantic Italia, ricordando come vi siete innamorati o lasciati, pensando che nessun pleasure è realmente guilty se sincero. E se c’è un libro sincero, è questo di Giulia Cavaliere.

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