Un'orchestra dalla patina antica

A Ravenna Festival grande successo del concerto della Filarmonica di Praga

Recensione
classica
Ravenna Festival Ravenna
14 Giugno 2014
Per mezzo secolo la Filarmonica di Praga, come altre grandi orchestre dell'est, è stata isolata dal resto del mondo dalla cortina di ferro, e anche in seguito è rimasta piuttosto appartata. Poche incisioni per le grandi etichette internazionali, poche tournée, pochi strumentisti stranieri, anzi uno solo: una violinista giapponese. Tutte condizioni ideali per conservare la propria tradizione, le proprie caratteristiche, il proprio suono. Era il 1896 quando Dvorak ne diresse il concerto inaugurale e oggi sono due i Dvorak nell'orchestra: forse sono suoi discendenti, o forse no, ma la suggestione è forte e fa sembrare particolarmente ovattato, ombroso, ottocentesco il suono dei violoncelli, nella cui fila suonano entrambi. Ma è l'intera orchestra ad avere questa bella patina antica, come se - lo si dice soltanto per cercare di dare l'idea - suonasse a un diapason leggermente più basso del consueto. Ha suono ampio e potente e grande varietà di gradazioni dinamiche, ma senza arrivare ai limiti del fortissimo né del pianissimo. Ha grande sicurezza, ma senza sfoggi di virtuosismo. È stata lei la protagonista del concerto, con Valery Gergiev che dal podio ne assecondava le caratteristiche con una direzione più morbida rispetto al suo standard ma sempre coinvolgente e trascinante. Leggerezza e passione si alternavano in un'affascinante suite dal Lago dei cigni. Nei Quadri di un'esposizione venivano in evidenza le melodie costruite sui modi popolari russi più che le magie timbriche: insomma più Musorgskij che Ravel. Nel Secondo di Rachmaninov è entrata in scena la giovane coreana Yeol Eum Son, non una star ma una pianista eccellente. Non fracassa il pianoforte, non si abbandona ad effetti esteriori, non si sdilinquisce in sentimentalismi, non si abbandona a passionalità esagerata, ma è musicale e coglie esattamente ogni diverso momento di questa partitura, senza immergere Rachmaninov in un'appiccicosa melassa tardoromantica. Grande successo e bis.

Note: Programma: Ciajkovskij: Suite da Il lago dei cigni; Rachmaninov: Concerto n. 2 in do minore per pianoforte e orchestra op. 18; Musorgskij: Quadri di un'esposizione (orchestrazione Ravel)

Interpreti: pianista Yeol Eum Son

Orchestra: Orchestra Filarmonica di Parga

Direttore: Valery Gergiev

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