Un cavaliere da sogno

Trionfa a Baden-Baden lo splendido "Rosenkavalier" diretto da Christian Thielemann

Uli Kirsch con Diana Damrau e Sophie Koch nel II atto (foto Andrea Kremper/Festspielhaus Baden-Baden)
Uli Kirsch con Diana Damrau e Sophie Koch nel II atto (foto Andrea Kremper/Festspielhaus Baden-Baden)
Recensione
classica
Festspielhaus Baden Baden Baden Baden
Richard Strauss
31 Gennaio 2009
Capita talvolta che, anche usando i migliori ingredienti, la pietanza non soddisfi il palato. Non è così per il "Rosenkavalier", piatto forte dei Winterfestspiele al Festspielhaus di Baden-Baden: si è scelto il meglio quello che a buon titolo si ricorderà come uno delle migliori esecuzioni dell'opera straussiana degli ultimi anni. Difficile dare la palma alle tre primedonne della serata. Nobiltà di fraseggio e misura espressiva conferiscono a Renée Fleming l'aristocratica autorevolezza e la profondità delle grandi Marescialle del passato. Le tengono degnamente testa l'inquieto Octavian della splendida Sophie Koch e la capricciosa Sophie dell'incantevole Diana Damrau. Il loro toccante trio nel finale è un vero regalo a chi le ascolta. Reso il dovuto merito a Franz Hawlata per la vitale caratterizzazione delle volgarità in Lederhosen di Ochs, difficile anche dar conto di un lungo ed equilibrato cast che si permette autorevoli presenze anche nei ruoli minori (fra cui Jane Henschel come Annina e Jonas Kaufmann, un troppo tenebroso tenore italiano). Non poca parte del successo va dato a Christian Thielemann, straussiano di nobile schiatta, capace di evocare con eleganza e misura un universo di colori e di umori alla testa dei suoi impeccabili Münchner Philharmoniker. Per la scena si riprende (e benissimo) uno spettacolo vecchio una quindicina d'anni di Herbert Wernicke, che immaginò grandi prismi di specchi per un Settecento "di riflesso" come quello di von Hofmannstahl. Soprattutto però si ammira la fluidità di un movimento incessante capace di far sorridere e di rapirci con semplici gesti, come quello del paggio/pierrot (il bravo Uli Kirsch) che nel finale toglie la rosa d'argento dalle mani di Sophie e Octavian e la cambia con una rosa rossa per dirci che è amore vero.

Note: Nuova produzione basata sullo spettacolo coprodotto da Festival di Salisburgo e Opéra National di Parigi (1995). Date spettacoli: 25, 27, 31 gennaio. In forma di concerto il 4 febbraio al Théâtre de Champs-Elysées di Parigi e il 6 febbraio al Gasteig di Monaco.

Interpreti: Renée Fleming (la Marescialla, principessa di Werdenberg), Sophie Koch (Octavian), Diana Damrau (Sophie), Franz Hawlata (il barone Ochs di Lerchenau), Franz Grundheber (il signore di Faninal), Irmgard Vilsmaier (Marianne Leitmetzerin), Wolfgang Ablinger-Sperrhacke (Valzacchi), Jane Henschel (Annina), Andreas Hörl (un commissario di Polizia), Wilfried Gahmlich (il maggiordomo della Marescialla), Lynton Black (un notaio), Jörg Schneider (il maggiordomo dei Faninal/un oste/un venditore di animali), Bernarda Bobro (una modista), Catherine Villerobe, Angela Rudolf, Nina Amon (tre nobili orfane), Manfred Schwaiger (un impresario), Ilker Arcayürek, Jens Waldig, Manfred Hanakam, Michael Schwendinger (quattro lacché della Marecialla), René Schumann (Leopold), Uli Kirsch (un pierrot), Jonas Kaufmann (un cantante italiano)

Regia: Herbert Wernicke (ripresa da Alejandro Stadler)

Scene: Herbert Wernicke

Costumi: Herbert Wernicke

Orchestra: Münchner Philharmoniker

Direttore: Christian Thielemann

Coro: Philharmonia Chor Wien / Theaterkinderchor am Hemholtz Gymnasium Karlsruhe

Maestro Coro: Walter Zeh / Waltraud Kutz

Luci: Werner Breitenfelder

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