Tempo contemporaneo

Successo per il Kronos Quartet a Cremona Jazz

Foto di Angelo Bardini
Foto di Angelo Bardini
Recensione
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Cremona Jazz Cremona
21 Maggio 2017

Si scrive Kronos Quartet e si legge musica contemporanea: la formazione statunitense attiva da più di quarant'anni è infatti uno degli ensemble di riferimento per quel repertorio che dal secondo Novecento arriva ai giorni nostri. Dalle pagine di esponenti del minimalismo americano come Philip Glass o Steve Reich alle riletture dei repertori di Thelonious Monk e Bill Evans, la compagine guidata dalla direzione artistica e dal violino di David Harrington è abituata a percorrere in maniera trasversale il panorama musicale odierno, come ha dimostrato anche l'altra sera in occasione del concerto ospitato nel cartellone di Cremona Jazz, offrendo una serata di intense interpretazioni parte delle quali tratte dal progetto Fifty for the Future: The Kronos Learning Repertoire. Operazione, questa, di ampio respiro che impegna il quartetto in un percorso quinquennale dove vengono miscelate nuove commissioni e attività didattico-divulgative. Tra i brani presentati in questa occasione abbiamo trovato "Sidounak Sayyada" del musicista siriano di dabke Omar Souleyman, o ancora "Satellites: III. Dimensions" del violista irlandese Garth Knox, quest’ultimo già protagonista in altre formazioni strumentali di riferimento del panorama contemporaneo come il quartetto Arditti o l'Ensemble intercontemporain. Miscele musicali innescate dalla limpida tessitura strumentale generata dai violini di Harrington e John Sherba, dalla viola di Hank Dutt e dal violoncello di Sunny Yang, arricchiti da misurati inserti di elettronica che hanno contribuito a restituire i variegati colori del repertorio proposto. Un impaginato che con “Strange Fruit” ha omaggiato l’ambito più idealmente jazzistico e che è stato salutato con applausi convinti dal pubblico presente all’auditorium Giovanni Arvedi.

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