Parker e Phillips nella magia del Teatro Farnese

Un pubblico da tutto esaurito per il debutto della XXII edizione di ParmaJazz Frontiere

Parker e Philips al Teatro Farnese per ParmaJazz
Recensione
jazz
Teatro Farnese, Parma
Evan Parker e Barre Philips
27 Ottobre 2017

Un doppio debutto ha segnato il primo appuntamento del festival ParmaJazz Frontiere: da un lato il concerto inaugurale ha visto impegnati Evan Parker e Barre Phillips – quest’ultimo protagonista anche di una masterclass svolta negli stessi giorni al Conservatorio “Arrigo Boito” – e dall’altro lo stesso concerto è stato ospitato al Teatro Farnese, prima occasione nella quale questo luogo diviene sede di uno degli appuntamenti della longeva rassegna parmigiana.

Un’occasione che il pubblico non si è lasciato sfuggire, esaurendo i posti disponibili nell’intima platea ricavata sul palco dell’antico teatro seicentesco. Una disposizione che poneva i due musicisti al centro in un ascolto attento, fisicamente ed emotivamente prossimo ai dialoghi intessuti dal suono del sax soprano di Parker e del contrabbasso di Phillips.

Così, in un ideale contrappunto con le ombre proiettate sullo sfondo ligneo dello spazio teatrale, gli intrecci improvvisativi dei due musicisti si sono snodati attraverso una pregnante intensità espressiva, densa di suggestioni che rinviavano idealmente a lavori quali Time Will Tell o Sankt Gerold Variations realizzati con il pianista Paul Bley. Rimandi solo vagamente evocati, per lasciare spazio a indagini estemporanee nelle quali il duo ha saputo restituire un’affinità espressiva decisamente coinvolgente.

Parker e Philips al Teatro Farnese per ParmaJazz

Una conversazione musicale, quella tra il sassofonista inglese e il contrabbassista americano, intervallata da momenti solistici nei quali lo scavo interpretativo sondava a fondo il mezzo strumentale, con Parker intento a esplorare la tessitura del suo strumento con un’intensità amplificata dall’abile uso della respirazione circolare, mentre Phillips sondava in solitudine le finezze timbriche di un contrabbasso le cui corde venivano ora pizzicate e percosse, ora sfiorate e accarezzate con l’archetto, come si trattasse di un vecchio amico. E di tempo al fianco del suo strumento Phillips ne ha passato parecchio, arrivando a compiere proprio in occasione di questo concerto i suoi 83 anni di età, festeggiati con un accenno di coro di auguri da parte del pubblico che ha salutato alla fine i due artisti con lunghi applausi.

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