Metheny, fusion a Lecce

Torna Jazz in Puglia e festeggia l'undicesima edizione con il chitarrista americano.

ML

30 luglio 2010 • 2 minuti di lettura

Jazz in Puglia Lecce

Dopo dieci anni Pat Metheny ritorna nel Salento. Nel 2000 si era esibito in quartetto con il compianto Michael Brecker e l'anno prima in trio con Bill Stewart e Larry Grenadier. L'occasione è sempre stata quella di Jazz in Puglia. Il festival, dopo uno stop forzato di due anni, ha voluto puntare per il suo ritorno su un grande evento: la prima volta in Terra d'Otranto del Pat Metheny Group. L'organico, però, era quello del quartetto con gli storici compagni Lyle Mays (piano e synth), Steve Rodby (contrabbasso) e il messicano Antonio Sanchez (batteria), entrato nel gruppo nel 2002. Mancavano dunque percussioni, voci e fiati, che avrebbero probabilmente stuzzicato di più la pigra adrenalina del pubblico leccese. Assenze a parte, la piazza quasi del tutto piena ha accolto il repertorio che ha portato al successo il Group nel periodo d'oro, tra gli anni Ottanta e Novanta. Tra la personalissima fusion e un morbido tocco di latin jazz, nel parterre non sono comunque mancati entusiasmi a tratti vibranti e palpabili. Tra i momenti più emozionali e attraenti "Are you going with me", "Songs from Bilbao" e gli assoli alla chitarra synth con cui Metheny ha provocato e risolto al meglio forti tensioni melodiche e timbriche. Il pubblico incantato e senza fiato di quei momenti dimostra la propensione del chitarrista del Missouri alle atmosfere impressionistiche. Disattenta invece la platea sui pezzi più intimisti e lenti. Per questo, probabilmente, il musicista ha deciso all'ultimo momento di non esibirsi con la sua chitarra Pikasso a quarantadue corde, preferendo continuare con i pezzi più energici della scaletta. Giusta scelta, visto che il risultato è stato alla fine un buon concerto anche se non ai livelli del Pat Metheny Group dei migliori anni.